Presso la casa generalizia delle Suore
Ministre degli infermi, in Lucca, si conserva un documento che narra le
apparizioni di una religiosa defunta alla consorella Virginia Stefanini. Lo
riassumo e in parte lo riproduco alla lettera:
Una delle nostre consorelle era da parecchi giorni a letto per una
indisposizione, quando la sera del 5 maggio 1889, circa le ore dieci, vide
entrare nella sua cella una suora di bassa statura. Credendo che fosse la
superiora, le disse:
- Come va che è sempre alzata a quest'ora? La creduta superiora non rispose, e
con mossa rapida si avvicinò al letto, le si gettò al collo e le si strinse così
fortemente che la poverina si sentiva soffocare. La sconosciuta, smessa
finalmente la stretta, si scostò, rimase per un po' a guardare la malata, poi
disparve, senza dire una parola.
Passate alcune sere, suor Virginia era ancora a letto, quando, senza veder
nessuno, si senti nuovamente abbracciare al collo e stringere forte da due mani
ghiacce. Spaventata, chiamò aiuto e cercò di svincolarsi. Quell'incognita,
lasciando di stringerle il collo, le prese le mani e con le sue gliele teneva
giunte in atto di preghiera. Poco dopo tutto era sparito. La superiora, alla
quale era noto l'accaduto delle sere precedenti, non sapeva che pensare, tanto
più che ben conosceva il carattere coraggioso di suor Virginia e la poca o
nessuna vivacità della fantasia di lei. Potrebbe essere qualche anima purgante
bisognosa di preghiera?
Il 17 maggio, alle ore dieci di sera, la sorella stava per prendere sonno quando
si sentì picchiare leggermente sulle gambe e una voce chiederle sommessamente:
- Che fa, dorme?
Si voltò e vide come la prima sera una suora la quale si era posta in ginocchio
accanto al suo letto tenendo il capo chino e il volto un po' coperto dal velo,
con le mani giunte e in silenzio. Animata da coraggio, suor Virginia disse:
- In nome di Dio, le comando di dirmi chi è e che cosa vuole da me.
La sconosciuta rispose:
- Chi sono non posso dirlo, ma sono un'anima del Purgatorio e vengo da lei per
raccomandarmi nelle sue orazioni poiché soffro tanto.
Alla domanda da quanto tempo si trovasse in Purgatorio e quanto tempo doveva
rimanervi, rispose:
- Sono cinque anni e qualche cosa, dovrò starvi fino al giorno dell'Assunta;
sempre, sempre ho sofferto molto, ma ora le mie pene sono oltremodo terribili...
Tornerò altre volte a farmi vedere, non abbia paura, non riceverà alcun male.
Poi dicendo: - Preghi, preghi -, scomparve. La notte del 20 maggio, circa l'ora
solita, la sorella sentì picchiarsi sulle gambe e una voce dolente che sussurrò:
- Che fa, dorme?
Seguì breve colloquio con richiesta di preghiere. Altra apparizione il 23
maggio. La superiora cominciò a pensare che non si trattasse di un'anima del
Purgatorio e impose alla suora di dire all'apparsa che, se era veramente quella
che si diceva, si facesse il segno della croce e ripetesse con lei: «Siano
lodati Gesù e Maria».
Alla nuova apparizione del giorno 25, la Stefanini eseguì l'incarico. Alla
richiesta, l'apparsa fece subito il segno della croce e con senso di gioia
pronunciò il saluto cristiano. Poi riprese in tono di mestizia:
- Ah sì, sono un'anima del Purgatorio; se non lo fossi, non verrei certo a
chiedere il soccorso di preghiere.
Tornata il 28, la veggente le gettò addosso uno spruzzo d'acqua benedetta;
l'apparsa si fece subito il segno della croce.
Seguirono altre apparizioni nelle quali l'anima chiedeva applicazione di
comunioni in suo suffragio: essendone richiesta, dava informazioni su persone
trapassate che erano in Purgatorio o in cielo, parlava delle varie pene di
quello stato di purgazione... Nell'apparizione del 5 luglio prese un
atteggiamento insolito: alzò il volto e le mani verso il cielo. Aveva tutto il
braccio destro e un poco del busto rivestito di bianco. Suor Virginia le domandò
se era sempre quella, ed ebbe risposta affermativa.
Due giorni dopo, l'apparsa spiegò che quel bianco significava la purificazione
in atto nella sua anima. Il 14 luglio, sentendo che quella povera anima ripeteva
sempre di soffrire molto, la veggente le domandò se tutti i giorni non sentisse
qualche sollievo per i suffragi. - Sì, - rispose - lo ricevo quando il Signore
si degna di assegnarmelo... ma qualche volta l'assegna alle anime più
abbandonate. Il 19 e il 22 luglio apparve con panneggiamento bianco più
esteso...
Il 25, giorno in cui la comunità faceva la festa del Sacro Cuore, suor Virginia
invitò l'apparsa a scendere con loro in coro, assicurando che le suore avrebbero
fatto suffragio. Nell'apparizione del 28 l'anima dichiarò:
- Io venni in coro e mi trattenni tutto il tempo delle due Messe; vi ritornai
due volte che la comunità recitava i sette salmi penitenziali e anche l'ufficio
dei morti, e in quel tempo pregavo per la comunità; il posto che avevo preso era
fra lei e suor Diamira. - Aggiunse che in quel giorno aveva sofferto pochissimo.
L' 11 agosto la sorella riuscì a incrociare i suoi occhi con quelli dell'apparsa
e contemplarne il volto il quale sembrava di bianchissima cera, improntato a
soave mestizia. A eccezione del fondo della veste, era tutta bianca e solo la
croce rossa brillava sulla mantellina. Disse alla sua confidente:
- Quando andrò in Paradiso, mi rivedrà, e se vorrà potrà dirmi ancora qualche
cosa, ma a me non sarà più permesso di risponderle. La ringrazio tanto di tutto
quanto ha fatto per me, e sia certa che sempre la raccomanderò al Signore
affinché nemmeno le faccia toccare il Purgatorio.
Disse finalmente il suo nome: - Sono suor Maria Liduina.
Nella notte tra il 14 e il 15 agosto la Stefanini ebbe l'ultima visione; la sua
visitatrice, in forma splendida, la salutava e si mostrava felicissima. Forse
era il momento del suo ingresso in Paradiso.
La relazione di queste apparizioni fu redatta dalla Madre Generale sotto
controllo del confessore, nell'anno stesso, 1889. Suor Virginia Stefanini - come
lasciò scritto la medesima Madre Generale - era una religiosa ineccepibile
sotto ogni riguardo, spiritualmente ben formata, di rettitudine morale a
tutta prova, aliena per temperamento e per convinzione da ogni
fantasticheria o mania religioso-visionaria.Morì in concetto di santità il
19 aprile 1925.