È ancora Maria Simma a narrare:
«Un medico venne un giorno a lamentarsi che doveva soffrire [in Purgatorio] per
aver accorciato la vita ad alcuni pazienti, con le punture, affinché non
avessero più a soffrire. Disse che la sofferenza, se sopportata con pazienza, ha
per l'anima un valore infinito; si ha il dovere di alleviare le grandi
sofferenze, ma non il diritto di accorciare la vita con mezzi chimici.
[... ].
Un incontro rimasto indimenticabile per me fu quello di un prete la cui mano
destra era nera. Gliene chiesi la causa:
- Avrei dovuto benedire di più -, mi disse. - Di' a tutti i preti che incontri
che devono benedire di più: essi possono dare numerose benedizioni e scongiurare
le forze del male».
Maria Simma: chi è? Nata a Sonntag (Vorarlberg, Austria) nel 1915, donna umile,
povera ma ricca di fede, sembra avere avuto da Dio la missione di comunicare in
maniera sensibile con le anime del Purgatorio e di aiutarle efficacemente, in
modo singolare, con la preghiera, la sofferenza espiatrice e l'apostolato. Fu a
partire dal 1940 che le anime purganti vennero a domandarle soccorso. Le
apparizioni sono vere e non frutto di immaginazione. Ella fu guidata dal padre
Alfonso Matt, suo parroco, sacerdote prudente, integerrimo, esemplare in tutto,
che nulla ebbe dell'esaltato. La prima parte del libro (il cui titolo originale
è Meine Erlebnisse mit armen Seelen), dopo un'introduzione dell'editore Arnold
Guillet, contiene una relazione rimessa al suo vescovo, Franz Tschann, dal padre
Alfonso Matt. Nella seconda è la stessa Simma che narra i suoi incontri con le
anime del Purgatorio. L'edizione italiana è stata pubblicata dall'Editrice
Dielle, Messina 1975: i fatti da noi riportati si trovano nelle pp. 82-90.