LE DOMANDE DEGLI PSICHIATRI E LE RISPOSTE DI D. AMORTH Intervista tratta dal libro "esorcisti e psichiatri" di Don Gabriele Amorth
Domanda — Volevo chiedere se, secondo lei, esistono dei tratti
premorbosi; ossia se, tra le persone da lei diagnosticate come indemoniate,
c’erano già dei comuni comportamenti tali da rendere queste perso ne più
vulnerabili. O se la possessione colpisce a caso. Chiedo anche se questi
fenomeni di possessione si verificano pure in soggetti agnostici o
dichiaratamente atei. Una curiosità finale: ho letto di disturbi particolari
legati a questi fenomeni, tipo la glossolalia (capacità di parlare lingue
sconosciute) o la lievitazione. A lei è capitato?
Risposta — Sono varie domande interessanti. Incomincio dall’ultima curiosità:
sì, ho avuto fenomeni di persone che durante gli esorcismi parlavano altre
lingue o lingue strane; ho avuto fenomeni di lievitazione e di forza erculea. Ma
questi fenomeni da soli non bastano per poter dire che si tratti di possessione
diabolica; occorrono modalità particolari e l’unione con altri elementi di
giudizio. Di fenomeni strani un esorcista ne vede tanti e di tal fatta che non
li crederebbe se non li avesse visti. Come persone che, durante gli esorcismi,
sputano chiodi, vetri, ciocche di capelli, le cose più varie. Oppure la
presenza, in guanciali o in materassi, di ferri attorcigliati, di corde
annodate, di stretti intrecci a forma di corona, di animali preistorici di un
materiale simile alla plastica... Il caso più grave che sto seguendo è quello di
una persona di cui il demonio ha detto che le farà vomitare un apparecchio
radio; a molte riprese, ha già vomitato quasi due chili di materiale. Faccio
notare che gli oggetti che si vomitano si materializzano nell’istante in cui
escono dalla bocca. L’ho visto chiaramente in un giovane che mi ha sputato in
mano dei chiodi; io ho avuto l’impressione fino all’ultimo istante che sputasse
saliva. Così si spiega perché la persona non ha mai danni fisici, anche quando
sputa pezzi di vetro grossi e taglienti. Sono fenomeni paranormali? Giova tener
conto della modalità; certi oggetti che si trovano nei guanciali sono segni
sicuri di fatture, ossia sono frutto di maleficio.
Rispondo ora alla prima domanda: tutti possono essere colpiti da possessione
diabolica, tanto più gli agnostici, gli atei, i non praticanti, perché sono più
indifesi. . l’esorcista può esorcizzare chiunque: sono ricorsi a me maomettani,
buddisti, persone prive di qualsiasi credo religioso. Naturalmente, nel
richiedere la cooperazione necessaria, mi regolo secondo la persona che ho
davanti: raccomando ad ognuno di seguire con fedeltà la sua fede religiosa o le
sue convinzioni morali.
Non esistono segni premonitori o predisposizioni dipendenti, ad esempio, da
debolezza del sistema nervoso o da ereditarietà. Esiste invece il pericolo che
una persona si esponga alla possessione, ad esempio frequentando sedute
spiritiche o sette sataniche. E im portante sapere che la possessione diabolica
non è un male contagioso: non c’è nessun pericolo né per i familiari né per i
luoghi che si frequentano. Ci si può sposare, avere figli, senza nessun pericolo
di contagio. Possiamo dire, in linea di massima, che il demonio non può farci
niente senza il nostro consenso. Ad esempio, è venuta da me una ragazzina che,
per pura curiosità, aveva assistito ad una messa nera. Non riusciva più a
studiare, a concentrarsi e aveva crisi di violenza improvvisa, come mai le era
accaduto in precedenza. Qui era chiara la causa, ed era una causa colpevole.
Riguardo alla colpevolezza, fa eccezione il campo dei malefici, in cui ora non
mi addentro perché troppo vasto e fuori dal nostro tema principale. Mi dica pure
se ho risposto a tutto e a sufficienza.
Richiedente — Sì; sono soddisfatto. (Questa è stata sempre la gentile
dichiarazione dopo le mie risposte, per cui non la ripeto più. Dico solo, con la
franchezza che mi è solita, che ho trovato più interesse e più credito a parlare
a questi gruppi di psichiatri, di cui molti non credenti o non praticanti, di
quanto ne ho riscontrato parlando a gruppi di sacerdoti).
Domanda — Su alcune cose devo ammettere di essere d’accordo con d. Amorth.
Dissento invece sul ritenere equivalente, in un certo senso, la chiesa e il
manicomio: l’uno come luogo dell’esorcismo contro il demonio, l’altro come luogo
della guarigione dalla follia. Sono invece d’accordo che tutti e due operiamo
sull’uomo. Io vengo da un positivismo medico; sono un non credente. Ma credo
nell’uomo, per cui in qual che modo operiamo insieme, lei con l’esorcismo e noi
in altro modo. Gli psichiatri sono stati accusati talvolta di non saper
distinguere tra un’allucinazione, un effetto paranormale e uno stato d’estasi.
Facciamo bene a metterci sempre in discussione perché nessuno ha il monopolio
del sapere. Mi viene in mente la fra se di Amleto: «Ci sono molte più cose tra
terra e cielo di quante ce ne sono in filosofia». Per cui ci vuole sempre tanta
umiltà.
Debbo dare atto a d. Amorth della sua prudenza. Io ho una paziente che è stata
da lui perché suppone va di avere una possessione diabolica. Ripercorrendo
l’iter che l’aveva portata da un esorcista, mi rimaneva difficile capire perché
d. Amorth non le avesse fatto un esorcismo, ma l’avesse indirizzata ad uno
psichiatra. Poi poco per volta ho capito: ci sono due strade da percorrere. Il
suo compito è di cacciare i demoni, il mio è di ricomporre la persona. Questa
persona, che non è né psicotica né nevrotica, ha avuto bisogno di passare da lei
per arrivare a me. E capisco anche l’importanza del discorso sulla fede. Noi
tutti possiamo costatare che abbiamo estrema facilità a curare persone che hanno
fede. Tra i casi più difficili che ho avuto in cura, pongo quelli di preti
depressi. Vorrei concludere dicendo che esistono sicuramente dei punti di
contatto non solo tra l’esorcista e lo psichiatra, ma anche tra io psichiatra e
il medico tradizionale.
Risposta — La ringrazio. Veramente c’è bisogno di reciproca intesa e si
scoprirebbe un mondo nuovo, in aiuto ai malati. Cose che non si crederebbero. Un
giorno p. Candido stava esorcizzando una ragazza, studentessa all’università,
che presentava sintomi sicuri di possessione diabolica, ma anche segni di
squilibrio psichico. P. Candido chiese l’aiuto a un amico psichiatra, gli diede
dettagli sul caso, combinò un incontro. Lo psichiatra aveva un largo tavolo da
scrivania, per cui, la ragazza che stava seduta di fronte, si trovava abbastanza
distante. A conclusione del colloquio, lo psichiatra disse: «Signorina, prenda
queste medicine»; e incominciò a scrivere sui ricettario che aveva a portata di
mano. A questo punto accadde un fatto strano. Senza muoversi dalla sedia, la
ragazza allungò il braccio, che di venne lungo, lungo, sotto gli occhi
sbigottiti dello psichiatra («quasi due metri», dirà più tardi). Afferrò il
primo foglio del ricettario, su cui il medico stava scrivendo, lo accartocciò e
lo buttò nel cestino dicendo con voce cupa: «Questa roba non mi serve». P.
Candido rideva di gusto narrandomi lo spavento di quel suo amico che, in
seguito, non volle più saperne né di quella ragazza né di nessun altro paziente
dell’esorcista.
Sono fatti di fronte a cui un esorcista non si stupisce: ne vede continuamente.
E giusto che li conosca anche lo psichiatra, per poter procedere in ciò che è di
sua competenza.
Domanda — Prima di tutto ringrazio d. Amorth per quanto ci ha detto. La mia
domanda è strettamente tecnica, riguardo alla funzione dello psichiatra in
questi casi. Vorrei sapere quali responsabilità ha l’individuo; quali interessi
ha il demonio; le cause per cui si può cadere in una possessione diabolica.
Risposta — Sono tre domande molto interessanti e mi dispiace di dover riassumere
le risposte in poco tempo. Incomincio dall’ultima domanda, che chiarisce anche
la prima. Sono quattro le cause per cui una persona può cadere nella possessione
diabolica o in disturbi di origine malefica; due cause sono incolpevoli, per cui
non esiste responsabilità; due cause sono colpevoli, per cui la responsabilità
umana è evidente.
1. Può trattarsi di semplice permissione di Dio, così come Dio può permettere
una malattia. Lo scopo è di dare alla persona un’occasione di purificazione e di
meriti. Potrei fare un lungo elenco di santi e di beati che hanno subito periodi
di possessione diabolica (S. Gemma Galgani, la beata Angela da Foligno, il beato
d. Calabria...). Può trattarsi anche solo di disturbi malefici, come percosse,
cadute e simili; ne abbiamo famosi esempi nella vita del Curato d’Ars e di p.
Pio.
2. La causa può essere data da un maleficio che si subisce: non c’è colpa da
parte di chi ne è vittima, ma c’è colpa da parte di chi lo provoca. Anche la
persona più innocente (ad esempio, un bambino ancora nel seno materno) può
essere colpita da un maleficio, che viene definito: fare del male per mezzo del
demonio. E può essere attuato in tanti modi: fattura, legatura, maledizione,
malocchio, macumba... Qui si entra nel grande campo della magia e della
stregoneria, che ci porterebbe troppo fuori dal nostro tema. Mi limito a dire
che Dio ha creato l’uomo libero; libero anche di fare del male agli altri. Come
posso pagare un kilier perché uccida un individuo, così posso pagare uno
collegato col demonio perché faccia un maleficio contro una persona.
3. La frequenza a persone e luoghi pericolosi. Chi si rivolge a maghi,
cartomanti, stregoni; chi partecipa a sedute spiritiche o a sette sataniche; chi
si dedica all’occultismo, alla negromanzia (anche sotto forma di scrittura
automatica, oggi molto diffusa): tutte queste persone si espongono al rischio
(anche se il più delle volte non ne subiscono conseguenze) di ricevere influenze
malefiche e la stessa possessione. E evidente in questi casi la piena
responsabilità dell’individuo, talvolta provocata con sconcertante volontà: ad
esempio, nel caso del patto di sangue con Satana.
4. Anche la quarta causa implica in pieno la responsabilità dell’individuo. Si
può cadere in mali malefici per il persistere in colpe gravi e multiple. Credo
che sia il caso evangelico di Giuda, di cui ci viene detto alla fine: «Satana
entrò in lui». Ho avuto casi di giovani dediti alla droga e in più colpevoli di
delitti e di perversioni sessuali: colpe gravi e persistenti che li hanno resi
schiavi del demonio. Ho anche notato la gran de difficoltà a liberare donne che,
oltre ad altri motivi che avevano provocato la possessione, avevano compiuto
aborti.
Rispondo infine alla seconda domanda: che interesse ha il demonio. Nessun
interesse, ma agisce per pura perfidia. E la vera perfidia demoniaca, che vuole
il male per il male, anche a proprio danno. Un giorno interrogavo un demonio:
«Tu paghi con un aumento di pene eterne ogni sofferenza che provochi in questa
persona. Hai tutto l’interesse ad andartene al più presto». Mi sono sentito
rispondere: «Non me ne importa niente delle mie pene; a me basta far soffrire
questa persona e distruggerla». Noi possiamo capire, anche se lo disapproviamo,
il delinquente che uccide un uomo per derubarlo. Non riusciremo mai a capire la
perfidia del demonio che si accanisce contro l’uomo, forse solo illudendosi di
fare dispetto a Dio, ostacolando i suoi piani di felicità e di bene, ma con
proprio danno personale.
Domanda — Nella mia lunga esperienza mi sono sempre astenuto da ricerche di
curiosità, ma ho sempre cercato ogni forma di aggiornamento. Oggi sono venuto
qui perché invitato dall’amico carissimo Dott. Tamino; eppure mi sono trovato a
prendere tanti appunti e mi sono sorti molti interrogativi. Ne dirò so lo
alcuni. Intanto è indubbio che lo psichiatra debba avere, molto più degli altri,
la coscienza dei limiti immensi della sua scienza. Ricordo un grande studioso
francese che parlava dei pregi dell’ignoranza, ossia del ritenersi ignoranti;
quando uno si ritiene sapiente non impara più niente. Vorrei avere qualche
parola in più sulla possessione e sui malefici. E poi, riguardo alla
collaborazione che si vuole dall’indemoniato perché guarisca, che cosa
significa? Io ho avuto esperienze di queste possessioni, e vorrei il parere
anche degli altri, perché tra le forme da me incontrate e quello che ho sentito
dire qui c’è ben poco in comune.
Risposta — La ringrazio e certamente il poco tempo disponibile non mi consente
di rispondere con completezza a quesiti così profondi. Quanto ho espresso non
collima con la sua esperienza. Sarebbe interessante un confronto, ma mi limito
ad un’osservazione di fondo: nei fatti naturali si nota una ripetitività per cui
è possibile formulare delle leggi, dei criteri, anche in campo medico, e così
dall’esperienza si crea la scienza. Qui no. Non esistono due casi uguali. Anche
tra esorcisti, le esperienze sono così diverse che talvolta è difficile
intendersi.
Qualche parola in più sulla possessione, che è la forma più grave. Il demonio è
puro spirito; in realtà è una forza demoniaca che si impossessa di una persona,
e parla o agisce servendosi degli organi di questa persona, ma valendosi delle
cognizioni e della forza che ha il demonio. Per cui può rivelare cose occulte;
può par lare tutte le lingue o lingue a noi ignote; può manifestare una forza
straordinaria, impossibile umanamente. Un mio amico, esorcista a Roma in tempi
lontani, sta va esorcizzando un giovane in chiesa. Ad un certo punto questo si è
innalzato e ha incominciato a salire, a salire, fino a che il suo capo ha
toccato il soffitto della chiesa. Immaginate il terrore dei presenti, la paura
che il loro caro precipitasse di colpo e si sfracellasse al suolo. L’esorcista
ha fatto un gesto per rassicurarli e ha proseguito imperterrito, come se niente
fosse. Verso la fine delle preghiere, quel giovane lentamente è ridisceso e,
alla fine dell’esorcismo, era seduto al suo posto. Non si era accorto di nulla.
Sono fenomeni che, specie se messi in relazione al contesto in cui sono
avvenuti, non possono avere una spiegazione naturale.
Più difficile è vedere le relazioni con i malefici. Ce lo dice già la Bibbia nel
libro dell’Esodo, quando ci descrive che gli stessi fatti portentosi che Mosè
compie davanti al Faraone per ordine di Dio e con la forza di Dio, vengono anche
compiuti dai maghi, con la forza del demonio: cambiare l’acqua in sangue, il
bastone in serpente, far venire un’invasione di rane... Il demonio ha il potere
di provocare anche malattie. Gesù ha guarito tanti sordi e muti che erano
colpiti da tali mali; una volta ha guarito un sordomuto cacciando via il
demonio: in quel caso il male era dovuto ad una presenza demoniaca. P. Candido,
con i suoi esorcismi, ha guarito tante malattie, anche tumori al cervello. A me
è capitato più volte di far scomparire cisti alle ovaie, alla vigilia
dell’operazione. Naturalmente sono fatti che accadono solo a persone già affette
da mali malefici. Il Vangelo suggerisce il criterio: dai frutti si riconosce la
pianta. Anche i medici, molte volte, provano una medicina e se vedono che fa
bene proseguono con quella cura; in caso contrario la cambiano. Anch’io sono
largo nell’amministrare gli esorcismi e poi, per proseguirli, mi regolo in base
al loro effetto.
Una parola sulla collaborazione che ci si attende dal posseduto. Qui ci troviamo
su un terreno in cui la cura è la preghiera, è l’intervento divino. Perciò
chiediamo, a chi ha mali malefici, di mettersi in regola con la legge di Dio
(spesso il punto di partenza è una buona confessione), di intensificare la
preghiera e la frequenza ai sacramenti, di approfondire la sua cultura
religiosa. E questi comuni mezzi di grazia non sono solo di aiuto, ma talvolta
bastano da soli a far cessare i disturbi.
Domanda — Esistono possessioni più o meno gravi? Può il demonio dare dei
poteri, dei benefici?
Risposta — Esiste una vasta gamma di possessioni diaboliche, differenti sia per
intensità sia per le manifestazioni. C’è differenza di intensità. Venne da me
una ragazza di 15 anni, che qualche giorno prima era stata ad assistere per
curiosità ad un rito satanico. Tornata a casa era furiosa, calciava e graffiava
i familiari che cercavano di fermarla, sputava addosso. Sono bastati pochi
minuti di esorcismo perché venisse liberata completamente. Altre volte invece si
assommano varie cause, in diverse età della vita, e quando la persona viene
dall’esorcista c’è da risanare tutta una serie di ferite per cui occorrono mesi,
molte volte anni, per giungere al la liberazione.
Ci sono anche grandi differenze nelle manifestazioni esterne. Cito due casi
estremi. C’è chi diventa furioso, con una forza erculea, urla e cerca di
avventarsi sui presenti; ma ho avuto due casi di assoluta immobilità e silenzio,
con una totale mancanza di reazioni esterne, per cui occorse molta pratica e il
concorso di molti elementi per comprendere che si trattava di una possessione
vera e propria. Tra questi estremi c’è spazio per tutta una gamma intermedia di
varietà. In tutti c’è sofferenza; ma altra è la situazione di chi può compiere
interamente i suoi impegni di lavoro e di famiglia, e fare in modo che nessuno
venga a conoscere il suo male; di versa è la condizione di chi non è in grado di
fare niente, di chi ha bisogno di continua assistenza per cui sente un tedio
mortale della vita.
Passando all’altra domanda: sì, il demonio può da re poteri e benefici. E quello
che fa, ad esempio, con tutti i maghi e gli stregoni: poteri di divinazione e di
provocare disturbi; può anche dare vantaggi materiali di ricchezza, successo,
piaceri. Ma dato che il demonio può solo fare il male e volere il male, unisce
sempre questi doni a grandi sofferenze. Per cui coloro che chiedono i doni di
Satana fanno un magro affare: vivono un inferno su questa terra e, se non si
convertono, un altro inferno nell’altra vita.
Domanda — Poniamo il caso che una persona posseduta riceva un male fisico
tale da richiedere un intervento chirurgico; quali sono le conseguenze? Ci può
essere contrasto tra un esorcista e un medico, con evi dente danno per il
paziente, se l’esorcista ritiene di trovarsi di fronte ad un male malefico, da
curarsi con esorcismi, e il medico ritiene invece che si tratti di un male
naturale, da curarsi per via medica?
Risposta — Sono possibili le sorprese, ma non sono possibili contrasti tra
medici ed esorcisti. Questa almeno è l’esperienza mia personale e degli
esorcisti di mia conoscenza.
Sorprese: ho avuto qualche caso in cui il chirurgo, procedendo nell’operazione,
non ha riscontrato nulla di quei mali che risultavano dalle analisi,
dall’ecografia, dalla TAC, dalla risonanza magnetica. In qualche caso il male
c’era (ad esempio una cisti), ma si è riformato immediatamente dopo
l’operazione. Ma sono casi molto rari.
Possibilità di contrasti tra esorcisti e medici non ne ho mai riscontrate,
proprio per il fatto fondamentale che operano su terreni diversi. Mai mi sono
permesso di dire ad un medico il mio parere, o comunque di interferire nelle sue
decisioni. Il più delle volte mi sono capitati casi in cui io sospettavo mali
malefici e spera o che venissero evitati interventi chirurgici; e di fatto
avvenivano cambiamenti nei dati delle analisi per cui i chirurghi decidevano di
non intervenire. Posso dire che molte volte mi sono trovato a collaborare
indirettamente con i medici senza che mai ci incontrassimo e senza che loro
sapessero della mia esistenza, o del fatto che il paziente riceveva miei
esorcismi. Credo che anche questo sia un importante punto di incontro, sia pure
inconscio: il reciproco rispetto per cui ognuno agisce sul piano suo proprio e
l’incontro è dato dai vantaggi che riceve il malato, che è beneficiano delle
cure sia dei medici sia degli esorcisti.
Domanda — Una curiosità personale. Vorrei sapere con quali criteri di scelta
lei è giunto a questo tipo di attività e se ha subito dei danni alla sua
persona. E prima ancora vorrei sapere se nelle persone che subiscono mali
malefici influisce la cultura, l’ambiente di vita; ad esempio chi vive a Londra
e chi vive in una tribù africana.
Risposta — Ritengo molto importante poter fare queste precisazioni. La cultura
personale e l’ambiente, più o meno progredito, in cui si vive, non hanno nessuna
influenza né sugli eventuali disturbi, né sui rimedi che le persone vanno a
cercare presso gli esorcisti o presso i maghi e gli stregoni. Sia noi che loro
siamo visitati da operai, contadini, casalinghe, professionisti, industriali,
uomini politici... Mi è venuto a trovare un ingegnere specializzato in
elettronica, che aveva pagato quarantadue milioni per un amuleto (un sacchetto
con uno spago pieno di nodi) che avrebbe dovuto liberarlo da tutti i suoi guai.
Il progresso tecnico e la cultura non hanno nessuna influenza; riscontriamo
questo dato ovunque: in Inghilterra come in Italia, negli Stati Uni ti come in
Africa o in India.
Anche la religione ha ben poca influenza e convive tranquillamente con le varie
forme di superstizione, benché le combatta come peccati di idolatria. La gente
va in chiesa e poi dal mago, con tutta naturalezza. Si sa che in tutto il mondo
più tecnicamente progredito,
la pagina più letta dei quotidiani è l’oroscopo; si sono fatte statistiche
precise. Non dimentichiamo che la lotta contro il demonio e contro gli spiriti
malefici è stata sempre condotta, presso tutti i popoli, anche prima che
esistesse il popolo ebraico; naturalmente ognuno seguiva le convinzioni e i
metodi del suo ambiente culturale. L’avvento del cristianesimo e delle altre
grandi religioni hanno avuto scarsa influenza per cambiare le mentalità.
Ora rispondo alla domanda come sono diventato esorcista. Per caso; non è stata
una scelta mia. Ero andato a trovare il card. Ugo Poletti, per il desiderio di
salutano e di tenerlo allegro col mio modo scherzoso, quando nel colloquio è
emerso che conoscevo p. Candido Amantini. «Lei conosce p. Candido? Ammalato
com’è, ha proprio bisogno di uno che lo aiuti». Si è messo a scrivere un foglio
(evidentemente in cui mi con feriva la facoltà di esorcista), senza badare alle
mie pro teste. Aggiungo anche che danni alla mia persona non ne ho avuti; tratto
il demonio con autorità perché è lui che ha paura di me e di ogni uomo, creato a
immagine di Dio. Tanto più ha paura di un cristiano, che dal battesimo è segnato
col sigillo della SS. Trinità.
Domanda — Tutti parlano tanto dei demoni. Per ché non parlare anche degli
spiriti buoni? Eppure ci sono anche loro.
Risposta — Lei ha ragione. Il demonio da sempre ha fatto notizia; l’angelo,
poco. Mi viene in mente quel proverbio cinese che ora è diventato di moda anche
da noi:
«Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce». Gli angeli ci
sono, sono molto più attivi dei demoni, e vedremo nell’altra vita da quanti
pericoli ci hanno difeso; anche da pericoli materiali. Quando penso, ad esempio,
alle imprudenze e ai rischi che ho superato in quarant’anni di patente d’auto,
guidando non sempre in modo ortodosso, debbo proprio ringraziare il mio angelo
custode. Ma renderci conto del bene è più difficile che renderci conto del male.
Anche nel campo dei mali fisici: ci lamentiamo se abbiamo un male (ad esempio il
mal di denti) e non pensiamo a tutti i nostri organi che funzionano bene.
Ringrazio della domanda perché mi dà l’occasione di ricordare che gli angeli ci
sono; ci difendono dai pericoli, ci danno le buone ispirazioni, ci aiutano nelle
fatiche, ci sorreggono nelle avversità. E davvero ingiusto non parlarne.
Domanda Ancora un quesito sull’azione del demonio. Certamente non hanno
interesse ad incontrarsi con un esorcista. Vorrei sapere se gli indemoniati
vengono da lei spontaneamente o per forza.
Risposta La persona indemoniata soffre, e desidera andare dall’esorcista per
essere guarita, ossia liberata. Ma è vero che trova difficoltà, specie
all’ultimo momento. In molti casi i colpiti, se non vengono aiutati, non ce la
fanno ad arrivare. Durante gli esorcismi il demonio si scatena più che in
qualsiasi altro momento. E allora, già prima di cominciare l’esorcismo, iniziano
i disturbi. C’è chi arriva da me serenamente e non presenta difficoltà iniziali;
c’è chi arriva già in stato di trance, e viene trascinato per forza nell’ultimo
tratto; c’è chi, mentre aspetta, vorrebbe fuggire e fuggirebbe se non venisse
trattenuto. E c’è anche chi parte da casa per venire, ma poi non ci riesce e
cambia direzione.
Quasi sempre poi, alla fine dell’esorcismo, le persone se ne vanno serenamente,
contente d’essere venute; in qualche caso, pur rendendosi conto dei vantaggi
dell’esorcismo, provano tanto dolore durante la sua amministrazione, che se ne
vanno assicurando: «Qui non ci torno più». Sono invece le persone più fedeli a
ritornare.
Aggiungo che è molto importante l’aiuto che poi il posseduto dà a se stesso (con
la preghiera, con la frequenza ai sacramenti...) o che riceve dagli altri: bene
dizioni, preghiere di liberazione, ecc.
Domanda — Ma è tanto importante la collaborazione della persona indemoniata?
Se ha una presenza esterna che non dipende da lei, dovrebbe poter esse re
liberata.
Risposta — Sì, la collaborazione è molto importante. Io sono solito dire, dato
che ormai tutti sono pratici di queste cose, che è un po’ come liberare un
drogato: se collabora può guarire, in caso contrario, no. Dico anche
all’interessato: la lotta e la vittoria contro il demonio la conduci tu; sei tu
che ti liberi, io posso solo aiutarti. Perché qui ci vuole l’aiuto di Dio: chi
libera è jl Signore. E si ottiene l’aiuto se si prega e se si tolgono gli
eventuali ostacoli alla grazia: ad esempio se uno vive in peccato, o se cova un
rancore e non vuole per donare o se ha commesso una grave ingiustizia che de ve
riparare. Per ottenere l’aiuto di Dio è fondamentale la preghiera. Dico spesso
che il più grande ostacolo che incontriamo noi esorcisti è la passività delle
persone, la pretesa di venire liberate senza il loro sforzo persona
le.
Domanda — Vorrei ritornare a quei tipi di fenomeni di cui si è parlato, come
la glossolalia, la lievitazione, ecc. Sono fatti che non mi colpiscono perché li
ho osservati in tutt’altro contesto che quello della possessione diabolica; se
ne trovano descrizioni anche nel la letteratura psicanalitica. Jung ne parla e
ne dà una spiegazione, ipotizzando forze ed energie che si liberano. Mi pare che
lei distingua tra fenomeni demoniaci, fenomeni paranormali e fenomeni
psichiatrici. Questa distinzione si basa su diversità di fenomeno logia, ma con
una uguale sostanzialità energetica, o si tratta di una diversità sostanziale,
in cui si sprigiona un’energia del tutto diversa, di altra natura?
Risposta — La differenza è sostanziale perché c’è una sostanziale differenza di
causa. Nei fenomeni di natura malefica, la causa è la presenza del demonio e
l’eventuale energia che si sprigiona proviene dal demonio. Per cui solo la
preghiera e gli esorcismi possono avere effetto e guarire da questi disturbi. Se
gli esorcismi non sono efficaci e i mali restano, vuol dire che la causa è
diversa: psichica o parapsicologica. Per cui non si tratta di energie di diversa
intensità, ma di energie di di versa natura, di diversa provenienza.
Domanda — Nel caso da lei citato prima, del sollevamento di un grande peso, mi
pare di aver capito che secondo lei non c’è una diversa intensità di forza, ma
si tratta di un fenomeno di natura diversa.
Risposta — È esatto. Stiamo toccando con mano il cuore delle difficoltà nel
classificare certi fenomeni. Per ché se la fenomenologia può essere simile, la
causa può essere sostanzialmente diversa. Per questo ho citato l’esempio biblico
di Mosè che, con la forza di Dio,
compiva gli stessi prodigi che poi i maghi facevano con la forza del diavolo. Ci
possiano trovare davanti a due identici fenomeni: uno di carattere malefico e
uno di carattere parapsicologico. Come distinguerne la causa? Prima di tutto
dalla modalità. Ad esempio, se una persona manifesta una forza anormale solo
durante gli esorcismi. In più, se vi sono altri fenomeni di sospetto. Ad
esempio, se quella stessa persona, durante gli esorcismi, quando viene spruzzata
con acqua benedetta, reagisce come se venisse bruciata. Certamente questo non
accade a persone che hanno fenomeni di carattere para psicologico. Aggiungo
ancora: l’efficacia dei mezzi di cura. Se una persona agisce sotto influenza di
poteri malefici, gli esorcismi hanno su di essa influenza, e non hanno influenza
le altre cure d’indole naturale. La scienza medica e i poteri parapsicologici
(come la pranoterapia) influiscono su mali naturali, ma non hanno nessuna
influenza su mali malefici. Anche da questo si vede che la differenza è
sostanziale, non è solo fenomenologica.