A Medjugorje la Madonna l'hanno toccata

Dialoghi su Maria fra un grande teologo e il più noto scrittore cattolico italiano. L'abbé René Laurentìn,francese,è considerato il massimo «mariologo» vivente:ha scritto 140 libri,tra i quali una storia scientifica delle apparizioni di Lourdes in venti volumi,di cui sette solo di documenti.Vittorio Messori,è l'autore dei maggiori best-seller religiosi del dopoguerra:da "Ipotesi su Gesù",uscito nel 1976,a "Varcare la soglia della speranza" con Giovanni Paolo II.

I due si incontrano al monastero La Solitude di Evry-sui-Seine, trenta chilometri a sud di Parigi. Laurentin è oltre che uno studioso, un uomo d'azione: sul bavero della giacca porta, con orgoglio, la Légion d'Honneur guadagnata in guerra, prima di diventare sacerdote: ancora oggi si arrampica senza problemi sugli scaffali della sua sterminata biblioteca, e guida la Renault 4 con il piglio di un ventenne su queste strade che costeggiano quella Senna sulla quale. fino a qualche decennio fa, faceva sci nautico. Messori, dopo aver passato un quarto di secolo a studiare Gesù Cristo, da qualche tempo si dedica alla Madonna (ogni mese pubblica, su Jesus, il suo Taccuino Mariano) e vuole «chiudere», come dice lui, con delle Ipotesi sui Martiri.

L'incontro fra Laurentin e Messori è anche l'occasione. appunto, per un «dialogo» su questa Maria di cui tanto si parla: a causa dei fatti di Civitavecchia (che lo stesso Laurentin è stato chiamato. dal vescovo, a giudicare) ma anche per le guerre nella ex Jugoslavia e in Ruanda: due tragedie che, stando a quanto riferito in tempi non sospetti (1981 e 1982) dai veggenti di Kíbého, la Madonna aveva predetto.

MESSORI: Cominciamo proprio da Medjugorje. La Madonna aveva detto di pregare e di fare penitenza per evitare la guerra. Hanno pregato, hanno fatto penitenza, ma la guerra è scoppiata ugualmente

LAURENTIN: Non pretendo di interpretare la bontà di Dio. Ma penso, ad esempio, al fatto chi vescovo di Zagabria è favorevole a riconosce l'autenticità delle apparizioni, mentre quello Mostar è contrario. Zagabria è intatta. Mostar è stata distrutta dai bombardamenti,e il vescovo di Zagabria mi ha detto: «La Chiesa della ex Jugoslavia non ha seguito le indicazioni della Madonna».

MESSORI: Tu sei sempre credente in Medjugorje?

LAURENTIN: Sì,non ho cambiato idea.

MESSORI: E di Kíbého,in Ruanda,cosa pensi?

LAURENTIN: Anche lì,tutto è cominciato molto prima che scoppiasse la guerra.La prima apparizione è del 19 agosto 1982. I veggenti dissero che la Madonna era triste, e che piangeva, come a Civitavecchia.
L'apparizione durò otto ore veggenti videro immagini terribili, un fiume di sangue, massacri, cadaveri abbandona teste decapitate .Tutte queste cose le hanno raccontate 11 anni prima che si realizzassero Essi stessi sono scomparsi nei massacri.

MESSORI: Hai passato mezzo secolo a «indagare» su Lourdes. Mai avuto dubbi?

LAURENTIN: Mi sono posto problemi,domande storico universitario,non sono partito da un pregiudizio,né positivo né negativo.Ma ora non ho la minima esitazione nel dire che,a Lourdes, Maria è veramente apparsa.Non a caso,nel 1933, Bernadette Soubirous è stata dichiarata santa dalla Chiesa.

MESSORI: Come mai le apparizioni mariane si intensificano negli ultimi secoli? Sembra che Maria abbia deciso di manifestarsi solo da una certa data in poi.

LAURENTIN: Non è così. La prima apparizione accertata è quella a Gregorio il Taumaturgo, nel terzo secolo. Poi ce ne furono altre, anche nel Medioevo, ma allora c'era il divieto di parlare delle apparizioni, pena la scomunica. La prima manifestazione della Madonna in età moderna è quella di Guadalupe, in Messico, nel 1531: fu un episodio di portata storica enorme perché la «Morenita» apparve non agli spali cattolici ma agli indios, che avevano altri culti; e quella apparizione segnò l'inizio della conversione dell'America Latina.

MESSORI: E come mai tante apparizioni in Francia dopo 1800? Si comincia con Rue du Bac, a Parigi, nel 1830, e si continua con La Salette, sui monti di Grenoble,nel 1846: poi Lourdes nel 1858 e Pontmain nel 1871. Ammesso che sia possibile capire qualcosa del piano di Dio, perché questo privilegio alla Francia del secolo scorso?

LAURENTIN: C'era una Chiesa traumatizzata dalle persecuzioni subite dopo la Rivoluzione. Rue du Bac fu un momento di rinascita della speranza. Maria, apparendo a suor Cathérine Labouré (che diventerà santa, come Bernadette), le ingiunse di far coniare e diffondere quella che fu detta la «medaglia miracolosa». e da allora ci furono molte vocazioni, molte conversioni, nacquero molti gruppi di preghiera. La Francia era molto «accogliente», in quel periodo. Adesso ... non lo è più. Ha finito col prevalere, da noi, lo spirito razionalista che contrassegna la nostra cultura.

MESSORI: Ma perché la Madonna, se ci vuole comunicare qualcosa, non lo fa in un modo più netto, indiscutibile per tutti?

LAURENTIN: Perché la comunicazione fra Dio e gli uomini è sempre un mistero, avviene sempre nel chiaroscuro.

MESSORI: Il «Dio nascosto» di Pascal?

LAURENTIN: Sì. Le apparizioni passano attraverso la psicologia del singolo. Il veggente vede e sente cose che gli altri non vedono e non sentono.

MESSORI: Però ci sono stati casi. come a Fatima, dove la «danza del sole» è stata constatata da 70 mila persone e persino filmata.

LAURENTIN: Sì, ma anche quello è un fatto misterioso perché il sole è stato visto «danzare» solo in un raggio di alcune decine di chilometri intorno a Fatima, non in tutta la Terra. Anche a Medjugorje ci sono stati fatti analoghi, molti hanno visto (e ci sono pure dei video) la croce in cima al colle trasfigurarsi e assumere le sembianze della Vergine. Si possono fare tante ipotesi, ma qualche razionalista troverà sempre qualcosa da obiettare. È difficile provare un fatto soprannaturale. `

MESSORI: Tu sei mai stato testimone, laggiù in Bosnia Erzegovina, di un fenomeno inspiegabile''

LAURENTIN: No, mai.

MESSORI: Io nemmeno, con eccezione di un fatto che certo conosci. Sai bene che a Medjugorje le «apparizioni», vere o presunte che fossero, avvenivano in sacrestia. Beh, una sera c'ero anch'io in quella sacrestia: e posso testimoniare che, come sempre, le migliaia di passeri che strepitavano davanti alla chiesa tacquero improvvisamente, tutti insieme, quando iniziò l'estasi dei ragazzi, per poi riprendere a cantare subito dopo. Ma una cosa ben diversa è avere un'apparizione... Sembra che la strategia della Madonna sia quella di non apparire mai ai giornalisti e ai professori, no?

LAURENTIN: Penso che le persone troppo razionali non siano adatte a esperienze del genere. Sono comunicazioni intuitive, personali... Non siamo nell'ésprit de géometrie, come diceva Pascal, ma nell'ésprit de finesse.

MESSORI: Da diversi anni è quasi impossibile che la Chiesa riconosca fatti soprannaturali. Tu dici che Bernadette, oggi, non sarebbe creduta.

LAURENTIN: La Chiesa chiede. innanzitutto, di verificare che non ci siano deviazioni dalla fede o disonestà da parte dei veggenti. Se non c'è niente di tutto questo e se i «frutti» sono buoni allora la Chiesa preferisce non intervenire, limitandosi a sorvegliare il culto.

MESSORI: Ma non sconcertante, che, dopo 15 anni, Roma non sia ancora pronunciata su Medjugorje, che non abbia ancora detto né sì né no? A Lourdes bastarono meno di quattro anni per decidere.

LAURENTIN: Attualmente prevale la prudenza. Si ricorda che Cristo ha detto: «Beati quelli che credono senza vedere». La visione è secondaria per la fede. E la fede non è un «vedere».

MESSORI: Sì, ma Gesù, proprio mentre diceva quelle cose, si faceva vedere resuscitato! La nostra fede non si basa su un pensiero, ma su un fatto concreto, su un'esperienza, sul mangiare e bere con il Risorto.

LAURENTIN: Vero, ma Gesù avrebbe preferito che Tommaso avesse creduto senza vedere e senza toccare; e l'evangelista, raccontandoci quell'episodio, vuol dirci: se credete, sarete più beati voi degli apostoli. Certo, i «segni» hanno un grande ruolo. I padri della Chiesa dicevano: per visibilia ad invisibilia, dalle cose visibili a Dio, che è invisibile. Ma questo passaggio del visibile all'invisibile è molto complesso, l'influsso di Dio è misterioso, i limiti del veggente anche. Per questo, il discernimento non è facile.

MESSORI: Bernadette si è più volte lamentata di come hanno raffigurato la Madonna. Ha sempre detto che la statua del Fabisch, esposta nella grotta di Massabielle, somiglia poco a «colei» che le era apparsa. Però ha aggiunto che le era impossibile descriverla con precisione... Insomma: in ogni apparizione, Maria è descritta dai veggenti con un aspetto al contempo simile e diverso. Com'è, davvero, Maria?

LAURENTIN: Non possiamo immaginarlo perché è in un'altra dimensione, nella dimensione dell'eternità. Per questo Bernadette non poteva descrivere con parole umane quello che aveva visto.

MESSORI: Ma perché la Madonna viene descritta dai veggenti diversa nell'aspetto a seconda di dove appare? Insomma: Maria in cielo è vestita come a Guadalupe, come a Lourdes, come a La Salette, come a Fatima o come a Medjugorje? Qual è il suo "guardaroba"?

LAURENTIN: Ah, non c'è un «guardaroba», ma un adattamento della Vergine al veggente,alla sua cultura, alla sua tradizione, al suo tempo. Sono certo che Bernadette ha davvero «visto» Maria con un abito bianco, una fascia azzurra e due rose ai piedi, così come penso che a Medjugorje i ragazzi abbiano davvero toccato la Madonna.

MESSORI: Toccato? A Medjugorje hanno "toccato"?

LAURENTIN: Sì, hanno toccato il corpo di Maria.

MESSORI: E com'era? Un corpo «solido», «fisico»?

LAURENTIN: Sì, sì, hanno detto di avere avuto l'impressione di aver toccato qualcosa di molto «vivo», qualcosa che emanava una fortissima energia. Anche se, pure qui, la descrizione non permette di capire del tutto.

MESSORI: Senti, la mia è una domanda che può sembrare assurda. Secondo la fede, ci sono due corpi già resuscitati, quello di Gesù e quello di Maria. Dove sono questi corpi? Dove possiamo immaginarli?

LAURENTIN: Non nel nostro spazio, non nelle nostre tre dimensioni, quattro se contiamo anche il tempo Vivono in Dio, nell'eternità. Dove? Come? Non posso averne idea, non posso capire una dimensione in cui non sono mai stato.

MESSORI: Tu che hai dedicato 50 anni di studio per mostrarne la sincerità e le virtù evangeliche, cosa dirai a Bernadette quando la vedrai?

LAURENTIN: Non credo ci sarà bisogno di parlare, ma solo di vedere. Sarà una contemplazione. Poi però -credo- ci abbracceremo ridendo felici.

Intervista a René Laurentin


Quali sono le peculiarità di Medjugorje in questo tempo?
Medjugorje è la prima apparizione che è potuta durare sotto e durante la cortina di ferro, perché tutte le altre di cui si ha qualche notizia, che si sono verificate prima, sono state messe pesantemente sotto silenzio, e, qualche volta, anche dagli stessi vescovi costretti a farlo sotto la minaccia dei regimi comunisti. È davvero singolare che il governo jugoslavo in questo caso non abbia potuto nulla per reprimere le apparizioni, per soffocarne la notizia che si sparse veloce in tutto il mondo. E ciò in considerazione anche della persecuzione a cui sono stati sottoposti i veggenti, il parroco e molti altri tra fedeli, parrocchiani e credenti. Io stesso sono stato colpito: la milizia mi ha fermato in seguito a un mio articolo per France catholique, dove davo ampio risalto ai fatti di Medjugorje. Eravamo alla fine del 1983 o all’inizio dell’ 84, in un momento in cui si erano un pò assopiti i clamori di quel paesino sperduto tra le colline: ed ecco che il mio testo ridestò nuovi entusiasmi, e gli uomini del regime, che forse ancora meditavano la repressione, ne furono non poco disturbati.


E come hanno reagito?
Mi hanno arrestato. E condannato: mi accusarono di non avere dichiarato in dogana i libri che portavo con me. Ma in dogana non mi avevano neanche fermato. Il fatto è che tutta questa gente, qui per la Madonna, li aveva inviperiti. Ma stavamo parlando delle peculiarità di Medjugorje...


Sì, continui...
Il primo aspetto è che Medjugorje ha scardinato la cortina di ferro jugoslava. Poi c’è un secondo aspetto che riguarda la Chiesa. Nei messaggi c’è un appello costante al rinnovamento spirituale della Chiesa. Voi sapete bene che nell’Occidente sviluppato, nei Paesi atlantici, la tendenza de gli stessi cristiani è quella di sottolineare gli aspetti sociologici del messaggio evangelico, con la conseguenza di un impoverimento della fede, se non dell’abbandono della pratica religiosa. Questo è particolarmente riscontrabile in Francia, come in Germania e, forse un po’ meno, perfino in Italia: tutti Paesi in cui l’economia sembrerebbe l’unico metro di vita rimasto, Paesi in cui ogni traccia di festa cristiana è stata paziente mente cancellata e in cui tutto è ormai estraneo alla fede. Ma questo genera, per asfissia, una sete di spiritualità, perché lo spirito dell’uomo reclama qualcosa a cui attingere.
E Medjugorje risponde a questa sete spirituale della gente, l’aiuta a riscoprire la fede di cui più nulla sapevano. Ne ho avuto prova io stesso quando ho pubblicato il primo libro, e sono stato sommerso da centinaia di lettere e di telefonate di persone che mi davano testimonianza di come l’esperienza di Medjugorje avesse ridestato la fede. Conversioni, tante conversioni: ricordo con affetto particolare un vecchio di ottan t’anni, che da trent’anni aveva interrotto completamente la pratica religiosa pensando che i fatti raccontati nel Vangelo fossero dei miti, e che mi raccontava con commozione come i giovani di Medjugorje erano lì a dimostrare la realtà, e cioè che siamo figli di Dio e che Dio ci ama e così la nostra Madre del Cielo. E concluse il nostro colloquio dicendo- mi che aveva sentito il bisogno di confessarsi e che già stava seguendo alla lettera le raccomandazioni della Madonna di Medjugorje, compre so il digiuno.


Convertito a ottant ‘anni.
Sì, che bella cosa. E come lui in tanti, a tutte le età: tante conversioni. E per questo mi sono a lungo prodigato a difendere i ragazzi veggenti che, nel frattempo, sono cresciuti e che negli anni hanno subito anche attacchi e campagne di discredito; come e soprattutto Vicka che, per quel che posso giudicare, fa tutto quanto è nelle sue possibilità per seguire la volontà di Dio.

Ma lei, a vent ‘anni dal suo primo libro «Appare la Vergine a Medjugorje?», che cosa pensa?
Io non ho l’autorità ufficiale per decretare se le apparizioni di Medjugorje avvengano oppure no. A livello mediatico, tuttavia, me l’hanno in debitamente attribuita, creando confusione: se da Roma si invitava ad aspettare un giudizio su delle apparizioni che sono ancora in corso, subito qualcuno asseriva che io le avevo riconosciute per autentiche. E per questo ho deciso di accogliere l’invito che mi è stato fatto di non scrivere più, almeno per ora, su Medjugorje.


Ma lei ha parlato sempre bene di Medjugorje...
Sì, ne ho parlato bene, ma non ho mai riconosciuto le apparizioni, perché non è questo il mio compito.Io sono uno studioso e come tale mi sono limitato all’analisi dei fatti, traendo le mie personali conclusioni mediante il più accurato discernimento.


Ci parli del suo metodo, e del discernimento.
Analisi dei fatti e discernimento: è questo il metodo di qualsiasi studio so che voglia operare in modo corretto. Il discernimento è un passaggio fondamentale nella comprensione di un fenomeno complesso come le apparizioni: chi se ne occupa non può prescinderne. Occorre una formazione al discernimento.
Questo vale anche nella formazione delle commissioni di competenza. Altrimenti c’è il rischio di creare delle commissioni di grandi ufficiali giuridici — esperti nel condurre un’inchiesta legale, ma carenti nella valutazione degli aspetti spirituali — al pari di molti teologi astratti che vivono lontani dal servizio pastorale, dai confessionali, dal contatto coi fedeli.
Se uno non è confessore non sa niente del discernimento. Per questo nel formare le commissioni bisognerebbe guardare ai parroci, ai maestri dei novizi, ai rettori del Seminario, agli esorcisti: sacerdoti che hanno acquisito sul campo un’esperienza e qualche volta anche un carisma di discernimento.
Ma, al posto di queste figure, spesso vengono nominati psicologi e psicanalisti esterni alla Chiesa, in alcuni casi completamente inesperti del soprannaturale, con il risultato che le loro conclusioni restano nei ristretti confini dell’esperienza umana.

Ma ci spieghi meglio: che cos ‘è il discernimento, come va fatto?
Innanzitutto nessuno può dire «io ho il discernimento». Esso esige in chi lo esercita moltissima preparazione e assoluta discrezione, così che, generalmente, chi crede di avere il discernimento si illude, perché il discernimento, come tutti gli altri carismi, è un dono dello Spirito Santo che non è dato per sempre. Anche le apparizioni possono cessare, e il veggente raccolto in profonda preghiera può pensare di averle ancora, ed è un caso questo particolarmente difficile da discernere.
Un discernimento corretto richiede tempo e si attua in base ai diversi criteri indicati dalla Chiesa, per stabilire se il veggente è sincero, se è onesto, se ha una vita moralmente corretta o se è invece un bugiardo. Un discernimento siffatto terrà certamente in gran conto anche degli esami medico-scientifici, ma darà necessariamente uguale importanza anche al giudizio spirituale, che richiede l’intuizione e l’introspezione di chi vi ve nel Signore.


A Medjugorje i padri della parrocchia hanno creduto. Hanno le carte in regola per un corretto discernimento?
Penso che ogni sacerdote normale sia abbastanza vicino al Signore da poter discernere se si trova di fronte a un fenomeno soltanto psicologico o a un fenomeno spirituale; se c’è una reale comunicazione tra il veggente e il Cielo. Una considerazione che si accompagnerà poi a un’at tenta registrazione dei frutti spirituali che seguono all’evento soprannaturale. Giudicate l’albero dai frutti: è il criterio di Cristo stesso. Un buon albero non può dare frutti cattivi.


Ho sentito però alcuni obiettare che Medjugorje è una parrocchia come le altre, nel senso che ogni parrocchia dà buoni frutti...
Ma su questo non mi trovo d’accordo, come non è vera l’affermazione del precedente vescovo di Mostar, mons. Zanic, il quale mi diceva che una reliquia vera o falsa opera gli stessi miracoli e che un’apparizione vera o falsa produce altrettante conversioni. È senz’altro vero che la grazia di Dio può produrre e forse produce frutti buoni in ogni parrocchia e magari anche attraverso una reliquia falsa, ma solo un’apparizione autentica può dare frutti profondi e perseveranti. Vale sempre la parola di Gesù: «Giudicate l’albero dai frutti».


Che frutti ha visto qui?
Vedo tantissimi frutti buoni. Anno dopo anno ho compilato una lista degli aspetti positivi e una dei problemi di Medjugorje, e dirò che la prima è molto più lunga e significativa, anche qualitativamente. Mi sorprendono i frutti di preghiera — qui a Medjugorje come in tutti i Paesi del mondo con la proliferazione di gruppi di preghiera Regina Pacis in costante aumento — e il ritorno al digiuno: una buona pratica che si era perduta nella Chiesa e che Medjugorje ha rinnovato, con almeno 100 mila persone che oggi nel mondo lo praticano due volte alla settimana di mercoledì e venerdì come richiesto. Il Papa ha molte volte riconosciuto privatamente i buoni frutti di Medjugorje.


E le predizioni? I segreti?
Sono elementi che si accompagnano molto spesso alle apparizioni mariane, la cui valutazione richiede particolare prudenza. Spesso, infatti, le predizioni autentiche sono incomprensibili e non possono essere giudicate prima della loro realizzazione. Lasciano spazio a un’interpretazione che deve necessariamente rimanere simbolica. Questo perché può passare anche molto tempo prima che la realizzazione degli eventi annunciati faccia chiarezza sulla predizione, che in alcuni casi può rivelarsi imprecisa, come nel caso del terzo segreto di Fatima, in cui si parlava dell’uccisione del Papa che non si è, fortunatamente, verificata.


Si è chiuso il secondo millennio con qualche timore apocalittico, ma i veggenti di Medjugorje insistono che la Madonna viene per incoraggiare l’umanità, non per spaventarla: da qui la decisione di intitolare un libro a Maria, alba del terzo millennio... Che ne pensa?
Maria è sempre origine, è sempre un nuovo inizio; come Immacolata concezione è il principio della nuova creazione, e con il suo «sì» è stata e continua a essere l’alba del Nuovo Testamento.


Dal momento che la Chiesa non ha ancora approvato le apparizioni di Medjugorje, i fedeli sbagliano nello scegliere questo luogo come meta di pellegrinaggio? In che atteggiamento devono mettersi nei confronti dei messaggi?
Bisogna mettere le apparizioni nella giusta luce, perché è anche per i veggenti che Cristo ha detto: «Beati quelli che non vedono e credono». Non ha detto «beati quelli che vedono», e ciò significa che i veggenti non sono più felici degli altri, e che potrebbero addirittura essere meno felici. E molti cammini spirituali di cui negli anni sono venuto a conoscenza potrebbero avvalorare questa ipotesi. D’altra parte, le apparizioni non sono il Vangelo e non sono sullo stesso piano.


Ma allora a che servono le apparizioni?
Servono moltissimo, non fraintendetemi, solo che nulla aggiungono al la Rivelazione. La funzione delle apparizioni è quella di ricordare i contenuti della Rivelazione e di attualizzare profeticamente il Vangelo stesso.
Nell’analisi di un’apparizione, lunga o breve che sia, bisogna che costantemente ci interroghiamo su quali corrispondenze si verifichino tra quell’avvenimento e il Vangelo. È questo il metodo. L’unico possibile per cogliere ogni apparizione nella sua pienezza, per rivelarne il senso che in genere attualizza qualche contenuto del Vangelo in un determinato momento storico o per una particolare crisi della Chiesa. Per esempio, a Lourdes, al di là dei messaggi, si è voluto mettere in evidenza, anche attraverso Bernadette, la santità dei poveri. La Vergine non a caso ha scelto Bernadette, la figlia di Fran Soubirous, arre stato ingiustamente perché molto povero come il colpevole naturale per il furto di due sacchi di farina. La Vergine l’ha scelta, e l’ha messa sul piedestallo.


Ci sono legami tra Lourdes e La Salette, tra Fatima e Medjugorje?
Io credo che ogni singola apparizione vada analizzata come un atto profetico a sé stante e non come una sinfonia con una nota qui e un’altra che seguirà... Non dico che non ci siano relazioni tra un’apparizione e l’altra, ma che a cercarle a ogni costo si rischia di fare affermazioni azzardate. Quel che è certo è che ogni apparizione ha una sua valenza per un certo periodo storico, o per un luogo, per un popolo, qualche volta per tutta l’umanità.


Ma in un messaggio, qui, la Madonna avrebbe detto di venire a completare ciò che aveva iniziato a Fatima...
Io posso solo tentare un’interpretazione: nella misura in cui Fatima par la della conversione della Russia, Medjugorje è il luogo dove la Madonna è potuta apparire per la prima volta, o perlomeno si è avuta notizia di un’ apparizione, al di là della cortina di ferro.


A Lourdes la Vergine ha messo in evidenza la santità dei poveri, e a Medjugorje?
La pace, che solo la fede può dare, e la conversione dei cuori a Dio, che gli uomini sono invitati a mettere di nuovo al centro della loro vita. E nei messaggi c’è un costante richiamo alle prime parole del Vangelo, alla predicazione di Giovanni Battista, che, a gran voce, senza stancarsi, chiede la conversione più radicale a Dio. E tutto è iniziato il 24 giugno 1981, giorno della sua festa.

René Laurentin, teologo francese e noto esperto di mariologia, ha presieduto al Congresso mariologico-mariano la tavola rotonda sulla presenza di Maria nelle diverse culture del mondo.
Intervistato da un quotidiano italiano sull'importanza della Madonna in questo Giubileo, ne ha sottolineato il valore a partire proprio dal Totus Tuus del Papa, esempio eloquente del suo personale abbandono a Maria, la Madre di Dio.
 

D. Oggi, come annunciare Cristo anche attraverso Maria? In che modo la Vergine è presente nell'evangelizzazione?

R."Maria ha una posizione centrale e universale, anche se discreta, nel Vangelo: come sola causa umana della nascita terrestre del Figlio di Dio. Fu presente a tutta l'infanzia di Cristo, a tutta la vita nascosta fino a 30 anni, alla Croce, alla Pentecoste, dalla sua Assunzione è la figura escatologica della Chiesa".

D. Qual'è il ruolo di Maria nel dialogo ecumenico?

R."E' difficile. La Madre di Dio rimane un segno di contraddizione ecumenica. paradossalmente, malgrado la nostra fede comune e il nostro comune fervore, ho avuto talvolta più difficoltà con gli ortodossi che con i protestanti. Qui al Congresso ho incontrato un luterano, oggi vescovo missionario, che ha fondato un ordine in onore di Maria dopo una "locuzione" della Vergine ricevuta più di dieci anni fa nella Chiesa del Gesù di Roma. Speriamo in nuove sorprese dello Spirito Santo e di Maria, sulla base tanto ricca e non ben compresa del Vangelo, al di là degli eccessi o particolarismi che hanno fatto travisare la meravigliosa figura di Maria". (tratto da "Avvenire")Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/prenelaurentin/index.php