Profezia del monaco Basilio di Kronstadt (San Pietroburgo 1700 )
LA
DEVASTAZIONE DELLA TERRA
E LE GRANDI PESTILENZE
"L'uomo diventerà
predone e la terra sarà
saccheggiata. Alla fine
del millennio un prato
verde, non lordato
dall'uomo, e una pianta
non avvelenata saranno
una rarità. Vedrete
campi di grano brillare
sotto i raggi del sole,
ma quel grano, nato da
terra avvelenata sarà
veleno e darà una lenta
morte e quel sole aprirà
sulla pelle dell'uomo e
sulla crosta della terra
ferite infette.
L'umanità irresponsabile
e suicida ha eretto un
tempio a Mara: quel
tempio devasterà la
terra e gli uomini.
L'uomo sarà attorniato
da cibi e da acque, ma
morirà di fame e sete,
perché l'erba che vedrà
crescere e il frutto che
vedrà maturare saranno
veleno, come pure l'aria
che respira perché in
essa sarà l'alito di
Satana. Depravata
generazione di predoni!
Tramanderai ai tuoi
figli un'eredità di
dolore e morte, perché
hai bruciato il sangue
della terra. All'uomo
era stata affidata la
terra, affinché la
custodisse come un
tesoro del creato:
invece, quando le
macchine voleranno come
uccelli l'uomo ucciderà
l'uomo con i raggi del
sole, essa sarà uno
straccio sporco e
lacero. L'uomo che
poteva saziarsi di
piante e di frutti, ha
preferito saziarsi di
veleni, dolci come il
miele, pur sempre
mortali. Ecco perché la
terra dovrà essere
lavata, ma con acqua
diversa dall'acqua della
terra, un'acqua capace
di penetrare fino alla
settima piaga della
putrefazione, che
toglierà l'ultima
pestilenza, perché al
veleno della terra si
aggiungerà la pestilenza
dell'uomo".
TUTTO ROVINERÀ,PERCHÉ
MANCHERANNO L'AMORE E LA
FEDE
"L'amore si consuma nel
tempo e quando il
Millennio sarà finito,
l'amore tra gli uomini
non sarà più che una
parola priva di
significato sulla quale
si faranno mille ricami,
nel tentativo di
scoprire l'antico
valore. Chi possederà
ancora il dono
dell'amore sarà visto
come un diverso, un
sopravvissuto a una
guerra combattuta da un
popolo dalla vista
corta, contro il
sentimento dell'amore.
L'uomo non sarà più
capace di sopportare
niente, per questo
diverrà sempre più
fragile e dimenticherà
la gioia di vivere.
Mancheranno l'amore
evangelico e la fede:
per questo il mondo
andrà in rovina. Ci sarà
la fede delle parole, ma
mancherà quella del
cuore: e ci sarà una
grande confusione tra
quello che fiorisce
sulle le labbra e quello
che muore nel cuore.
Nelle chiese voleranno
parole e tra gli uomini
germoglieranno promesse,
ma parole e promesse
rimarranno tali. Tra le
pieghe della terra ci
sarà un dolore nascosto
che uomini di chiesa e
di scienza copriranno
diligentemente, perché i
signori della terra, al
servizio delle potenze
infernali, vogliono
confondere le idee
facendo credere ai pochi
puri di spirito che
questo è il nuovo
paradiso terrestre che
deve ancora giungere
sulla terra. E scenderà
sulla Santa Madre
Russia, nella terra tra
i due fiumi.
Solo allora l'uomo nuovo scenderà dalle montagne per vivere nell'amore e nella fede. L'amore sarà il pane della vita e la fede la strada maestra che condurrà nell'unico porto sicuro".
QUANDO IL VESCOVO DI
ROMA PORTERÀ SULLA
SCHIENA DUE APOSTOLI
"Quando il vescovo di
Roma assumerà due nomi
un impero sarà prossimo
a crollare: quello della
bestemmia. Ma sarebbe
follia esultare di
gioia, perché non sarà
la fine ma l'inizio dei
dolori: lo spettro cupo
della miseria volteggerà
nel cielo come nube
impazzita e getterà
ombra su molti popoli.
Mancherà il pane anche
nei paesi ricchi, le
guerre strisceranno
sulla terra come
serpenti velenosi: tutto
rovinerà perché tutti
parleranno d'amore, ma
nessuno conoscerà più
l'amore per il prossimo.
I cristiani saranno numerosi, ma avranno dimenticato la legge cristiana e la loro fede sarà di parole. Ai patriarchi, al vescovo di Roma che bagnerà la terra con il suo sangue, il cielo affiderà il compito di riportare la chiesa alle origini. Sarà questo il momento di abbandonare i palazzi per ritornare nell'umiltà, nella pace delle catacombe, di rivivere la chiesa dei martiri della fede. La salvezza verrà da pochi, ma santi. Se non germoglierà l'amore, cadrà un secondo impero e con lui Roma".
IL VITELLO D'ORO VERRÀ
DISTRUTTO E LE STELLE
CADRANNO
"Sul vitello d'oro
cadranno le stelle, ed
egli diventerà cenere.
Un impero cadrà e una
piramide verrà scrollata
dal terremoto, perché
dell'Eterno è stato
fatto uso blasfemo.
L'oro diventerà polvere
e la polvere oro: il
paese nei cui fiumi
scorre il miele
diventerà il paese della
fame, ove troveranno
casa Caino e Abele.
Delle stelle non rimarrà
niente. Nel tempo in cui
verrà demolito il
vitello d'oro (sarà
questo il tempo della
bestia marina) vedrete
segni in cielo e in
terra. Il sole cambierà
strada e la luna si
perderà tra i monti, le
stelle pioveranno sulla
terra e da Oriente
uscirà una voce che si
udrà sino a Occidente.
Montagne invisibili
passeranno nel cielo e,
quando una di queste si
vedrà , mancherà il
tempo della preghiera.
Sentirete allora il
pianto di mille madri,
perché mille uomini
saranno schiacciati
dalla montagna. Nel
tempo della bestia
marina il cielo invierà
i suoi messaggi affinché
nessun uomo giunga
impreparato
all'appuntamento finale.
Legioni di Santi
appariranno tra le nubi
del cielo, quando la
terra sarà assediata da
Satana. Gli angeli
parleranno agli uomini,
ma pochi saranno capaci
di udire la loro voce, e
pochi di vedere le
visioni angeliche.
Milioni di spiriti
celesti popoleranno il
cielo e milioni di
spiriti infernali la
terra: i primi vestiti
di luce, i secondi di
egoismo e cattiveria.
Nel giorno dei tre
Santi, gli spiriti
luminosi scenderanno
sulla terra per portare
la corona della
giustizia e si udrà un
pianto disperato nella
valle del vitello
d'oro".
Il veggente profetizzava
anche una nuova "guerra
santa" condotta
dall'Islam a fianco di
alcuni paesi
ex-socialisti.
Alla fine, "la terra verrà ridisegnata dall'Eterno."
Tratto da: "Il mistero
di San Pietroburgo" - il
futuro della Russia e
del mondo nelle profezie
del monaco Basilio - di
Renzo Baschera
In questo paragrafo ho
riportato l'evento di
Garabandal che la
Chiesa, allo stato
attuale del
discernimento, giudica
di carattere non
soprannaturale ma
che comunque non sono
stati condannati e
su i quali non è stato
espresso alcun divieto
in merito alla
diffusione dei messaggi. Il 18 giugno 1961, a San Sebastian de Garabandal, un paese nei monti Cantabrici nel nord-est della Spagna, quattro ragazze : Mari Loli Mazon (12) , Jacinta Gonzalez (12), Mari Cruz Gonzalez (11) e Conchita Gonzalez (12), ricevono l’apparizione di un angelo. L’angelo il giorno dell’apparizione rimane in silenzio. Nei 12 giorni che seguono l’angelo apparirà ancora diverse volte, fino a quando, il 1 luglio, parla per la prima volta annunciando che il giorno dopo, la Santissima Vergine, sarebbe apparsa come Nostra Signora del Monte Carmelo.Nel successivo anno e mezzo la Madonna sarebbe apparsa centinaia di volte. Spesso appariva diverse volte in un solo giorno. Le apparizioni e le locuzioni sono state numerosissime (circa 2000 le apparizioni) e sono andate avanti per quasi cinque anni, fino all’ultima visita avvenuta il 13 Febbraio 1966.Le quattro ragazze, che durante le apparizioni cadevano in uno stato di estasi, vennero attentamente studiate da eminenti medici e psichiatri, i quali non riuscirono a trovare nessuna spiegazione scientifica convincente per il fenomeno. Il dottor Ricardo Puncernau, un autorevole neuropsichiatra spagnolo, affermò: - "Da un punto di vista meramente scientifico, non si può negare la possibilità di una causa soprannaturale in tutti questi fenomeni".In alcuni dei suoi messaggi la Madonna preannuncia un Avvertimento e un grande Miracolo affinché il mondo possa pentirsi e riparare ai suoi peccati. Gli ammalati che saranno presenti al Miracolo saranno guariti. Un segno permanente sarà lasciato a Garabandal a seguito di questo grande Miracolo; sarà di origine soprannaturale e si tratterà di qualcosa che non è mai stata vista prima sulla terra. Se nonostante l’Avvertimento e il grande Miracolo l’umanità non cambia, Dio manderà sulla terra un grande e terribile Castigo.I Vescovi che in questi anni si sono succeduti alla guida della diocesi di Santander non hanno riscontrato elementi decisivi, al di là di ogni ragionevole dubbio, per attribuire alle apparizioni di Garabandal un carattere soprannaturale. Queste comunque non sono mai state condannate. Il vescovo Eugenio Beitia Aldazabal, l'8 luglio 1965 ha dichiarato: "non abbiamo riscontrato elementi per una condanna ecclesiastica". Uno dei suoi successori, Juan Antonio del Val Gallo, ha precisato che i messaggi sono "importanti" e "teologicamente corretti". Inoltre la prima delle due commissioni incaricate di indagare sulle presunte apparizioni di Garabandal dichiarò che sebbene non ci fossero elementi certi per affermare che quegli avvenimenti fossero di origine soprannaturale "non abbiamo trovato alcunché, nella dottrina e nelle raccomandazioni ai fedeli che sono state pubblicate, che meriti una censura o una condanna ecclesiastica".Considerando che su Garabandal non è stata espressa alcuna condanna, è possibile che la Chiesa possa rivedere le sue attuali posizioni se in futuro dovessero verificarsi dei nuovi sviluppi o degli avvenimenti che possano comprovare l'autenticità delle apparizioni. E ciò potrebbe accadere per esempio se e quando dovesse avere luogo l'Avvertimento. Va detto che le veggenti stesse hanno predetto che il messaggio di Garabandal sarebbe stato approvato dopo molte difficoltà, ma comunque in tempo utile per consentirne la diffusione.Profezie come quelle di Garabandal non sono nuove. Di eventi simili a quelli profetizzati a Garabandal hanno parlato nel corso dei secoli numerosi santi e mistici, e sono stati ribaditi dalla Madonna stessa in diverse recenti apparizioni in tutto il mondo (alcune delle quali approvate anche dalla Chiesa). Per esempio, il concetto di Avvertimento può essere trovato nelle rivelazioni di suor Faustina Kowalska. Sempre negli scritti di questa santa, ma anche nelle apparizioni di Akita, si parla di un castigo che verrà mandato sul mondo se gli uomini non dovessero pentirsi. Contenuti profetici analoghi possono esser trovati anche nelle rivelazioni della Beata Elisabetta Canori Mora, Beata Maria di Gesù Crocifisso, Beata Anna Maria Taigi, San Gaspare del Bufalo e molti altri. E in anni più recenti anche nelle rivelazioni di Suor Anna Ali e Catalina Rivas (i cui scritti hanno ottenuto l'Imprimatur dei loro rispettivi Vescovi) si fa riferimento ad eventi analoghi. Anche a Medjugorje si parla di "avvertimenti", di un "segno visibile" e di un grande Castigo se il mondo non si convertirà. Oggi tre delle quattro veggenti di Garabandal (Conchita, Mari Loli e Jacinta) sono sposate e vivono negli Stati Uniti. Mari Cruz è anche lei sposata e vive in Spagna
Mari Loli Mazon,Jacinta Gonzalez,Mari Cruz Gonzalez e Conchita Gonzalez Le apparizioni di Zaro e la tragedia di New York
Quello che vi vogliamo
proporre è un caso che
recentemente ha
guadagnato l'attenzione
della stampa nazionale.
Si tratta di una visione
che la Madonna avrebbe
mostrato a Simona P.,
una delle veggenti delle
apparizioni di Zaro
(Ischia), nella quale la
Madre di Dio si dice
abbia profetizzato il
crollo delle Torri
Gemelle a New York,
avvenuto nel settembre
del 2001. Il
condizionale in questi
casi ovviamente è
d'obbligo. Teniamo a
precisare che su queste
apparizioni non abbiamo
a disposizione che poche
informazioni, la maggior
parte delle quali
riportate dai giornali
che se ne sono occupati
di recente. Pare
comunque che i veggenti
siano seguiti da un
direttore spirituale e i
messaggi (alcuni di
questi li potrete
trovare nel sito il cui
link è stato inserito in
fondo a questa pagina)
non sembrano contenere
niente di "sospetto", e
per altro sembrerebbero
abbastanza in linea con
quelli delle principali
apparizioni mariane del
20° secolo. Tuttavia,
come sempre facciamo in
casi come questo, non
possiamo che invitarvi
alla prudenza in attesa
che la Chiesa si
pronunci. L'11 settembre in una profezia della Madonna
La tragedia delle Torri
Gemelle di New York era
stata annunciata già
otto anni fa da una
profezia divina: la
Madonna apparve a tre
ragazzine in un bosco a
Forio Ischia, e fece
vedere a una di loro,
Simona, i grattacieli di
Manhattan in fiamme. La
testimonianza della
ragazza apparve su
"Epoca" l'anno
successivo: "Ho visto
dei grattacieli che
venivano giù; poi ho
visto la Statua della
Libertà in frantumi e ho
capito che doveva essere
New York". Le
apparizioni della
Madonna a Ischia
sarebbero iniziate l'8
ottobre 1994, quando due
bambine di 9 e 11 anni,
che erano andare a fare
una passeggiata nel
bosco di Zaro,
riferirono di aver visto
la Vergine sostenendo
che la Madonna le aveva
invitate a pregare "per
l'umanità in pericolo".
Da allora la radura è
diventata meta di
incessanti
pellegrinaggi. E tra i
tanti ragazzi che
andavano nel bosco per
assistere
all'apparizione della
Madonna c'erano anche
tre amiche, Simona,
Antonella e Restituta,
tutte sedicenni.
A quelle parole non
aveva più pensato. Le
aveva dimenticate, come
tante altre ascoltate in
anni di attività
giornalistica dai più
diversi interlocutori.
Così, quando ieri
mattina ha trovato quel
messaggio nella
segreteria telefonica,
Federica Raimondi,
giornalista napoletana,
non ha pensato che la
richiesta di contattare
al più presto la
Redazione de "Il Golfo"
potesse essere messa in
relazione a quel
servizio, realizzato
nell'autunno del '95 a
Ischia e pubblicato, con
tanto di richiamo in
prima pagina - "Ischia
come Medjugorie" - su
"Epoca". Un articolo
che, al di là dei
particolari e al
contrario di tanti altri
scritti negli anni, è
rimasto ben impresso
nella sua mente, insieme
alle strane sensazioni
che le aveva suscitato
allora. "L'11 settembre è stata la conferma di ciò che la Mamma ci aveva annunciato"
Il primo obiettivo,
appena lette le agenzie,
è stato di riuscire a
trovare quella Simona P.
che sette anni fa aveva
raccontato la visione
premonitrice di quanto
sarebbe accaduto alle
Twin Towers di New York.
Kasimir Domanski e l'Immacolata Madre di Dio
Forse può aiutarci a gettare luce sui perché dei succitati fenomeni soprannaturali,un rapporto (di cui non viene specificato l’autore) che Mons. Spadafora riporta nel suo libro dedicato a Madre Elena Aiello, e che contiene anche un importante messaggio ricevuto da Suor Elena l’8 dicembre 1957: «E' naturale che ci si chieda il significato di un tale fenomeno: perché questo sangue? Han forse un linguaggio queste manifestazioni fuor dell'ordinario? Forse la risposta è offerta da un povero e semplice foglio di carta, che ho qui tra le mani, lieve come leggero soffio di vento. Il suo contenuto, però, appare assai grave: ha il calore e il tono di una pagina dell'Apocalisse; ne riecheggia le pressanti ammonizioni, i tremendi annunzi; dalla visuale ampia che abbraccia tutte le nazioni, dallo sguardo profondo che risale al movente remoto e altissimo degli umani eventi. Eccone le frasi più salienti. "Gli uomini offendono troppo Dio. Se io ti facessi vedere il numero dei peccati che si commettono in un sol giorno, ne moriresti dal dolore. I tempi sono gravi. Il mondo è tutto sconvolto perché è diventato peggiore che ai tempi del diluvio. Il materialismo si avanza e continua la sua marcia segnata di sangue, in lotte fratricide. Vi sono segni evidenti e pericolosi per la pace. Il flagello sta passando sul mondo come l'ombra di una nube minacciosa, per testimoniare agli uomini che la giustizia di Dio preme sull'umanità e che la mia potenza di Madre di Dio contiene ancora lo scoppio dell'uragano. Tutto è sospeso come ad un filo: quando questo filo si spezzerà, la Giustizia divina piomberà sul mondo e compirà il suo terribile corso purificatore. Tutte le nazioni saranno punite perché molti sono i peccati che, come una marea di fango, ha ricoperto la terra. Le forze del male sono preparate a scatenarsi in ogni parte del mondo, con aspra violenza. Tremendo sarà lo sconvolgimento per quello che avverrà. Già da tempo, ho avvisato gli uomini, in tanti modi. I Governatori dei popoli avvertono il pericolo gravissimo; ma non vogliono riconoscere che, per evitare il flagello, è necessario far ritornare la società ad una vita veramente cristiana. Quanto strazio sente il mio cuore nel vedere che gli uomini a tutto pensano meno che a ritornare a Dio. Ma il tempo non è lontano e tutto il mondo sarà sconvolto. Molto sangue sarà versato: di giusti, di innocenti, di santi sacerdoti, e la Chiesa soffrirà molto. L'odio arriverà al colmo. L'Italia sarà umiliata, purificata nel sangue, e dovrà molto soffrire, perché molti sono i peccati in questa nazione prediletta, sede del Vicario di Cristo. Non puoi immaginare quello che accadrà! Si svilupperà una grande rivoluzione e le vie saranno arrossate di sangue. Il Papa soffrirà molto e tutto questo soffrire sarà per lui come un'agonia che abbrevierà il suo pellegrinaggio terreno. Il suo Successore guiderà la nave nella tempesta. Ma non tarderà la punizione degli empi. Quel giorno sarà spaventoso, nel modo più terribile: la terra tremerà e scuoterà tutta l'umanità. I malvagi periranno nei tremendi rigori della giustizia di Dio. Lanciate un messaggio per avvisare subito, possibilmente, tutti gli uomini della terra, perché ritornino a Dio con preghiere e penitenze".». Santa Faustina Kowalska
Nel suo diario la Santa parla spesso
della seconda venuta di Gesù, non
parla mai di una venuta
"intermedia",ma solo di seconda
venuta come Giudice.La questione
teologica è notoriamente aperta e
non risolta:per un cristiano normale
però che legga gli ultimi capitoli
dell'Apocalisse,appaiono chiaramente
distinti due eventi:ritorno di
Cristo e Giudizio Universale.Al suo
ritorno il Signore giudica i morti e
quelli che sono viventi in quel
momento poi inaugura un
significativo periodo di pace
("mille anni")prima del Giudizio
Universale.Infine il Giudizio
Universale sarebbe il riepilogo di
tutta la storia dalla caduta degli
angeli, dal peccato originale e per
tutte le generazioni.
Le citazioni sottostanti sono tratte dal "Diario di Suor Faustina Kowalska" - edizione ufficiale della Libreria Editrice Vaticana,1992.
"Prima di venire come Giudice
giusto, vengo come Re di
misericordia.Prima che giunga il
giorno della giustizia,sarà dato
agli uomini questo segno in cielo:si
spegnerà ogni luce in cielo e ci
sarà una grande oscurità su tutta la
terra.Allora apparirà in cielo il
segno della Croce e dai fori,dove
furono inchiodati i piedi e le mani
del Salvatore,usciranno grandi luci
che per qualche tempo illumineranno
la terra.Ciò avverrà poco tempo
prima dell'ultimo giorno." (Quaderno
N. 1, 35)
"...ad un tratto vidi la Madonna che mi disse... tu devi parlare al mondo della Sua grande misericordia e preparare il mondo alla Sua seconda venuta.Egli verrà non come Salvatore misericordioso ma come Giudice Giusto.Oh quel giorno sarà tremendo! E' stato stabilito il giorno della giustizia,il giorno dell'ira di Dio davanti al quale tremano gli angeli." (Quaderno N. 2, 91) "Preparerai il mondo alla mia ultima venuta". (Quaderno N. 5, 179) "Una volta che pregavo per la Polonia, udii queste parole: - Amo la Polonia in modo particolare e,se ubbidirà al Mio volere, l'innalzerò in potenza e santità.Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta".(Quaderno N. 6, 93)
Ad una
mistica contemporanea Gesù
rivelerebbe scenari molto simili e
suggestivi per le concordanze;
eccone alcuni stralci da messaggi
del 30 giugno 2002:
"È ormai assai vicino il Giorno nel quale ogni stella si spegnerà,il sole perderà la sua luce ed apparirà nel Cielo la grande Croce,dai fori delle Mie Piaghe usciranno Raggi luminosissimi.Essa comparirà pochi giorni prima della fine. Nessuno attenda quel momento per cambiare vita perché ti dico,sarà assai, assai doloroso.Sappia il mondo che Babilonia sta per cadere perché deve sorgere la Nuova Gerusalemme felice,bella come una sposa che va incontro al suo sposo... Ogni giorno che passa si avvicina quello grande ed unico nel quale tutto accadrà:Cielo e terra comunicheranno intensamente fra di loro,la terra godrà le Delizie del Paradiso ed il Paradiso scenderà sulla terra.Amati,in tale giorno tutto cambierà,il sole fermerà il suo corso e vi saranno nuove cose mai viste... Amati,avete davanti agli occhi un esempio splendido e luminoso:il Vicario di Mio Figlio opera con zelo e sembra instancabile, anche se il suo corpo è debole, o spirito è forte:Io,con Amore,sostengo entrambi perché il nuovo Mosè prepari il popolo ad entrare nella Terra Promessa,Terra felice dove scorrono le Delizie del Cielo."
Sono stati fatti vari tentativi per
capire cosa possa significare la
"scintilla" di cui parla S. Faustina;alcuni
la identificano con Giovanni Paolo
II che nei suoi
discorsi spesso alludeva ad
un prossimo grande cambiamento ad
opera di Dio.
Giovanni
Paolo II
Udienza generale del 26.5.99 (da L'Osservatore Romano)
1. Il tema su cui stiamo riflettendo
in questo ultimo anno di
preparazione al Giubileo,cioè il
cammino dell'umanità verso il
Padre,ci suggerisce di meditare
sulla prospettiva escatologica,ossia
sul traguardo finale della storia
umana.Specialmente nel nostro tempo
tutto procede con incredibile
velocità,sia per i ritrovati della
scienza e della tecnica,sia per
l'influsso dei mezzi di
comunicazione sociale.Viene allora
spontaneo chiedersi qual è il
destino e la meta finale dell'umanità.A
questo interrogativo offre una
specifica risposta la Parola di
Dio,che ci presenta il disegno di
salvezza che il Padre realizza nella
storia per mezzo di Cristo e con
l'opera dello Spirito.
Nell'Antico Testamento è
fondamentale il riferimento
all'Esodo,con il suo orientamento
verso l'ingresso nella Terra
Promessa. L'Esodo non è solo un
avvenimento storico,ma la
rivelazione di un'attività salvifica
di Dio,che si compirà
progressivamente, come i profeti si
incaricano di mostrare illuminando
il presente e il futuro di Israele.
2. Al tempo dell'Esilio,i profeti
annunciano un nuovo Esodo,un ritorno
nella Terra Promessa.Con questo
rinnovato dono della terra,Dio non
solo radunerà il suo popolo disperso
fra le genti,ma trasformerà ciascuno
nel cuore,ossia nelle sue capacità
di conoscere, di amare e di agire:
“Darò loro un cuore nuovo e uno
spirito nuovo metterò dentro di
loro;toglierò dal loro petto il
cuore di pietra e darò loro un cuore
di carne,perchè seguano i miei
decreti e osservino le mie leggi e
li mettano in pratica; saranno il
mio popolo e io sarò il loro Dio” (Ez
11,19-20; cfr 36, 26-28).
Impegnandosi ad osservare le norme
stabilite nell'alleanza,il popolo
potrà abitare in un ambiente simile
a quello uscito dalle mani di Dio al
momento della creazione: “La terra,
che era desolata,è diventata ora
come il giardino dell'Eden;e città
rovinate,desolate e sconvolte,ora
sono fortificate e abitate” (ivi,
36,35).Si tratterà di un'alleanza
nuova,concretizzata nell'osservanza
di una legge scritta nel loro cuore
(cfr Ger 31,31-34).
Poi la prospettiva si allarga e
viene promessa una nuova terra.Il
traguardo finale è quello di una
nuova Gerusalemme,in cui cesserà
ogni afflizione,come leggiamo nel
libro di Isaia: “Ecco infatti io
creo nuovi cieli e nuova terra... e
farò di Gerusalemme una gioia,del
suo popolo un gaudio.Io esulterò di
Gerusalemme,godrò del mio popolo.Non
si udranno più in essa voci di
pianto,grida di angoscia” (Is 65,
17-19).
3. L'Apocalisse riprende questa
visione.Giovanni scrive:“Vidi poi un
nuovo cielo e una nuova terra,perchè
il cielo e la terra di prima erano
scomparsi e il mare non c'era
più.Vidi anche la città santa,la
nuova Gerusalemme,scendere dal
cielo,da Dio, pronta come una sposa
adorna per il suo sposo” (Ap
21,1s.).
Il passaggio a questo stato di nuova
creazione esige un impegno di
santità, che il Nuovo Testamento
rivestirà di una radicalità
assoluta,come si legge nella seconda
Lettera di Pietro: “Poichè dunque
tutte queste cose devono dissolversi
così, quali non dovete essere voi,
nella santità della condotta e nella
pietà,attendendo e affrettando la
venuta del giorno di Dio,nel quale i
cieli si dissolveranno e gli
elementi incendiati si fonderanno! E
poi, secondo la sua promessa,noi
aspettiamo nuovi cieli e una terra
nuova,nei quali avrà stabile dimora
la giustizia” (2 Pt 3,11-13).
4. La risurrezione di Cristo,la sua
ascensione e l'annuncio del suo
ritorno hanno aperto nuove
prospettive escatologiche.Nel
Discorso dopo la Cena,infatti,Gesù
dice: “Io vado a prepararvi un
posto.Quando sarò andato e vi avrò
preparato un posto, ritornerò e vi
prenderò con me,perchè siate anche
voi dove sono io” (Gv 14,2-3).San
Paolo quindi scriveva ai
Tessalonicesi: “Il Signore stesso,a
un ordine,alla voce dell'arcangelo e
al suono della tromba di
Dio,discenderà dal cielo.E prima
risorgeranno i morti in
Cristo;quindi noi i vivi,i
superstiti,saremo rapiti insieme con
loro tra le nubi,per andare incontro
al Signore nell'aria,e così saremo
con il Signore” (1 Ts 4,16-17).
Sulla data di questo evento finale
non siamo informati.Bisogna
pazientare nell'attesa di Gesù
risorto,che,richiesto dagli apostoli
se stesso per ricostituire il regno
di Israele,rispose invitandoli alla
predicazione e alla
testimonianza:“Non spetta a voi
conoscere i tempi e i momenti che il
Padre ha riservato alla sua
scelta,ma avrete forza dallo Spirito
Santo che scenderà su di voi e mi
sarete testimoni a Gerusalemme,in
tutta la Giudea e la Samaria e fino
agli estremi confini della terra”
(At 1,7-8).
5.La tensione all'evento finale va
vissuta con serena
speranza,impegnandosi nel tempo
presente alla costruzione di quel
Regno che alla fine sarà consegnato
da Cristo nelle mani del Padre: “Poi
sarà la fine, quando egli consegnerà
il regno a Dio Padre,dopo aver
ridotto al nulla ogni principato e
ogni potestà e potenza” (1 Cor
15,24).Con Cristo,vincitore sulle
potenze avversarie,anche noi
parteciperemo alla nuova
creazione,la quale consisterà in un
ritorno definitivo di ogni cosa a
Colui dal quale tutto proviene:“E
quando tutto gli sarà stato
sottomesso,anche lui,il Figlio, sarà
sottomesso a Colui che gli ha
sottomesso ogni cosa,perchè Dio sia
tutto in tutti” (ivi, 15,28).
Pertanto,dobbiamo essere convinti
che “la nostra patria è nei cieli e
di là aspettiamo come salvatore il
Signore Gesù Cristo” (Fil 3,20).Non
abbiamo quaggiù una città stabile
(cfr Eb 13,14).Pellegrini e alla
ricerca di una dimora
definitiva,dobbiamo aspirare come i
Padri nella fede a una patria
migliore,“cioè a quella celeste”
(ivi, 11,16).
Catechesi del Santo Padre Giovanni Paolo II- 14 febbraio 2001
1.Il disegno salvifico di Dio,"il
mistero della sua volontà" (Ef 1,9)
concernente ogni creatura,è espresso
nella Lettera agli Efesini con un
termine
caratteristico:"ricapitolare" in
Cristo tutte le cose,celesti e
terrestri (cfr Ef 1,10).L'immagine
potrebbe rimandare anche a
quell'asta attorno alla quale si
avvolgeva il rotolo di pergamena o
di papiro del volumen,recante su di
sé uno scritto:Cristo conferisce un
senso unitario a tutte le sillabe,le
parole,le opere della creazione e
della storia.
A cogliere per primo e a sviluppare in modo mirabile questo tema della 'ricapitolazione' è sant'Ireneo vescovo di Lione, grande Padre della Chiesa del secondo secolo.Contro ogni frammentazione della storia della salvezza,contro ogni separazione tra Antica e Nuova Alleanza,contro ogni dispersione della rivelazione e dell'azione divina,Ireneo esalta l'unico Signore,Gesù Cristo,che nell'Incarnazione annoda in sé tutta la storia della salvezza,l'umanità e l'intera creazione:"Egli, da re eterno,tutto ricapitola in sé" (Adversus haereses III, 21,9).
2.Ascoltiamo un brano in cui questo
Padre della Chiesa commenta le
parole dell'Apostolo riguardanti
appunto la ricapitolazione in Cristo
di tutte le cose.Nell'espressione
"tutte le cose" - afferma Ireneo - è
compreso l'uomo,toccato dal mistero
dell'Incarnazione,allorché il Figlio
di Dio "da invisibile divenne
visibile,da incomprensibile
comprensibile,da impassibile
passibile,da Verbo divenne uomo.Egli
ha ricapitolato tutto in se
stesso,affinché come il Verbo di Dio
ha il primato sugli esseri
sopracelesti,spirituali e
invisibili,allo stesso modo egli
l'abbia sugli esseri visibili e
corporei.Assumendo in sé questo
primato e donandosi come capo alla
Chiesa,egli attira tutto in sé" (Adversus
haereses III, 16,6).Questo confluire
di tutto l'essere in Cristo,centro
del tempo e dello spazio,si compie
progressivamente nella storia
superando gli ostacoli,le resistenze
del peccato e del Maligno.
3.Per illustrare questa tensione,Ireneo
ricorre all'opposizione,già
presentata da san Paolo,tra Cristo e
Adamo (cfr Rm 5,12-21):Cristo è il
nuovo Adamo,cioè il Primogenito
dell'umanità fedele che accoglie con
amore e obbedienza il disegno di
redenzione che Dio ha tracciato come
anima e meta della storia.Cristo
deve,quindi,cancellare l'opera di
devastazione,le orribili
idolatrie,le violenze e ogni peccato
che l'Adamo ribelle ha disseminato
nella vicenda secolare dell'umanità
e nell'orizzonte del creato.Con la
sua piena obbedienza al Padre,Cristo
apre l'era della pace con Dio e tra
gli uomini, riconciliando in sé
l'umanità dispersa (cfr Ef
2,16).Egli 'ricapitola' in sé
Adamo,nel quale tutta l'umanità si
riconosce,lo trasfigura in figlio di
Dio,lo riporta alla comunione piena
con il Padre.Proprio attraverso la
sua fraternità con noi nella carne e
nel sangue,nella vita e nella morte
Cristo diviene 'il capo'
dell'umanità salvata.Scrive ancora
sant'Ireneo:"Cristo ha ricapitolato
in se stesso tutto il sangue effuso
da tutti i giusti e da tutti i
profeti che sono esistiti dagli
inizi" (Adversus haereses V, 14,1;
cfr V, 14,2).
4.Bene e male
sono,quindi,considerati alla luce
dell'opera redentrice di Cristo.Essa,come
fa intuire Paolo,coinvolge tutto il
creato,nella varietà delle sue
componenti (cfr Rm 8,18-30).La
stessa natura infatti,come è
sottoposta al non senso,al degrado e
alla devastazione provocata dal
peccato,così partecipa alla gioia
della liberazione operata da Cristo
nello Spirito Santo.
Si delinea,pertanto,l'attuazione piena del progetto originale del Creatore:quello di una creazione in cui Dio e uomo,uomo e donna,umanità e natura siano in armonia,in dialogo,in comunione.Questo progetto,sconvolto dal peccato,è ripreso in modo più mirabile da Cristo,che lo sta attuando misteriosamente ma efficacemente nella realtà presente,in attesa di portarlo a compimento.Gesù stesso ha dichiarato di essere il fulcro e il punto di convergenza di questo disegno di salvezza quando ha affermato:"Io, quando sarò elevato da terra,attirerò tutti a me" (Gv 12,32).E l'evangelista Giovanni presenta quest'opera proprio come una specie di ricapitolazione,un "riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi" (Gv 11,52).
5.Quest'opera giungerà a pienezza
nel compimento della storia,allorché
- è ancora Paolo a ricordarlo - "Dio
sarà tutto in tutti" (1Cor 15,28).
L'ultima pagina dell'Apocalisse - che è stata proclamata in apertura del nostro incontro - dipinge a vivi colori questa meta.La Chiesa e lo Spirito attendono e invocano quel momento in cui Cristo "consegnerà il regno a Dio Padre,dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza... L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte,perché ogni cosa (Dio) ha posto sotto i piedi" del suo Figlio (1Cor 15,24.26). Al termine di questa battaglia - cantata in pagine mirabili dall'Apocalisse - Cristo compirà la 'ricapitolazione' e coloro che saranno uniti a lui formeranno la comunità dei redenti, che "non sarà più ferita dal peccato, dalle impurità,dall'amor proprio, che distruggono o feriscono la comunità terrena degli uomini.La visione beatifica,nella quale Dio si manifesterà in modo inesauribile agli eletti,sarà sorgente perenne di gaudio,di pace e di reciproca comunione" (CCC, 1045). La Chiesa,sposa innamorata dell'Agnello,con lo sguardo fisso a quel giorno di luce,eleva l'invocazione ardente: "Maranathà" (1Cor 16,22), "Vieni, Signore Gesù!" (Ap 22,20). Una "profezia" di Don Orione
...Ci piace ora citare una
pagina di Don Orione.E' una
visione del mondo avvenire nella
quale par di sentirci l'eco
delle rivelazioni di Fatima...
Fin dal 1921 scriveva a Mons. Silvani: "Gesù Bambino conceda a te di vedere le ammirabili ricostruzioni che Dio prepara. Saranno forse quelli i giorni più belli della Chiesa!A vedere la società oggi com'è sembrano cose impossibili,ma non sarà opera degli uomini questo,ma della destra di Dio.Il Signore sa scrivere diritto anche sulle nostre righe storte e dal caos degli uomini e del male saprà la sua misericordia cavar la luce e la salvezza!"... Alcuni anni più tardi egli tenne nel salone-teatro dei Barnabiti di Voghera una conferenza sul tema:Gesù via, verità,vita. Eccone la chiusa ardimentosa e alata.
"Il tempo viene ed è suo.Io
sento appressarsi una grande
giornata, la giornata di Dio!
...Cristo viene ed è
vicino:Cristo si avanza.Il
secolo XIX è stato il secolo
delle unità politiche,delle
unità nazionali,ma io vedo
un'altra grande unità:la più
grande unità morale si va
formando,nessuno la fermerà.Io
vedo l'umanità che si va
unificando in Cristo:non ci sarà
che un corpo, che uno
spirito,che una Fede.
Vedo dai quattro venti venire i popoli verso Roma.Vedo l'Oriente e l'Occidente riunirsi nella Verità e nella Carità che è Cristo, vivere la vita di Cristo e formare i giorni più belli della Chiesa. Il mondo ne ha bisogno e Gesù viene:sento Cristo che si avanza.Sarà una mirabile ricostruzione del mondo nuovo:non sono gli uomini che la preparano,ma la Mano di Dio".
Testi tratti dal libro "Il beato
Luigi Orione",di Domenico
Sparpaglione, Ed. S. Paolo 1998
- pag. 350-351.
Sul tema del ritorno
dell'umanità a Dio,Padre
Pio da Pietrelcina
ebbe a dire ad un sacerdote nel
1957:
«... la maggior parte degli
uomini politici che ci dirigono
sono come certi ammalati che non
possono sopportare la luce del
giorno e preferiscono rimanere
nella penombra d'una stanza con
le persiane chiuse.Ma avverrà
che ben presto essi apriranno
gli occhi o,se non essi,i loro
successori.Tutti gli ideali
politici che sono all'origine
delle miserie attuali
scompariranno per volere di
Dio... L'anno 2000 rappresenterà
il momento della grande
riconciliazione universale,
dell'instaurazione di un ordine
in marcia da miliardi di
anni.Dio dispensa i suoi beni
soltanto se gli uomini sono in
grado di comprenderli.»
E negli anni 60,prima della sua
morte avvenuta il 23 settembre
1968,ebbe ancora a dire a un
uomo raccolto in preghiera e
angosciato per le varie guerre
nel mondo:
«Non darti più affanno, figlio mio, il mondo è ancora affetto da foruncolosi,come il corpo degli uomini.Io lo so che non va ancora tutto bene sulla nostra terra,che milioni di uomini sono pronti a imbracciare le loro armi. Ma, Dio volendo,entro trent'anni il miracolo tanto atteso si compirà...Nel 2000 non ci saranno più massacri!»
(Cfr. E. Malatesta, "Padre
Pio... quell'ultimo segreto",
Ed. Carroccio, Vigodarzere 1993,
pp. 220-221)
(La citazione è tratta dal libro
"Profeti e profezie nella Chiesa
contemporanea",
Claudio Prandini, Ediz.
Segno 1995, nota 49, pag 104)
Il fatto che il 2000 sia
trascorso senza che si siano
avverate le predizioni di P. Pio
non deve turbare più di
tanto:avevano evidentemente un
valore orientativo e
condizionato.Se per l'avverarsi
di esse occorrerà qualche anno
in più,nessuno ne sarà
particolarmente deluso e
possiamo ritenerle
sostanzialmente ancora valide.
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