Cosa significa "consacrarsi a Maria" -
Tratto dalla rivista "Madre di Dio"
"Consacrarsi alla Madonna" vuol dire
accoglierla come vera madre, sull’esempio di Giovanni, perché lei per prima
prende sul serio la sua maternità su di noi.
La consacrazione a Maria vanta una storia molto antica, anche se si è andata
sempre più sviluppando negli ultimi tempi.
Il primo ad usare l’espressione "consacrazione a Maria" è stato San Giovanni
Damasceno, già nella prima metà del sec. VIII. E in tutto il Medioevo era una
gara di Città e Comuni che "si offrivano" alla Vergine, spesso presentandole le
chiavi della Città in suggestive cerimonie. Ma è nel sec. XVII che iniziarono le
grandi consacrazioni nazionali: la Francia nel 1638, il Portogallo nel 1644,
l’Austria nel 1647, la Polonia nel 1656… [L’Italia arriva tardi, nel 1959, anche
perché non aveva ancora raggiunto l’unità al tempo delle consacrazioni
nazionali].
Ma è specialmente dopo le Apparizioni di Fatima che le consacrazioni si
moltiplicano sempre più: ricordiamo la consacrazione del mondo, pronunciata da
Pio XII nel 1942, seguita nel 1952 da quella dei Popoli russi, sempre ad opera
dello stesso Pontefice.
Ne seguirono tante altre, specie al tempo delle Peregrinatio Mariae, che
terminavano quasi sempre con la consacrazione alla Madonna.
Giovanni Paolo II, il 25 Marzo 1984, rinnova la consacrazione del mondo al Cuore
Immacolato di Maria, in unione con tutti i Vescovi dell’orbe che il giorno
precedente, nelle loro Diocesi, avevano pronunciato le stesse parole di
consacrazione: la formula scelta iniziava con l’espressione della più antica
preghiera mariana: "Sotto la tua protezione ci rifuggiamo…", che è una forma
collettiva di affidamento alla Vergine da parte del popolo dei credenti.
Il senso forte della consacrazione
La consacrazione è un Atto complesso, che si
diversifica nei vari casi: altro è quando un fedele si consacra personalmente,
assumendo impegni precisi, altro è quando si consacra un popolo, un’intera
Nazione o addirittura l’Umanità.
La consacrazione individuale è teologicamente ben spiegata da San Luigi Maria
Grignion de Montfort, del quale il Papa, con quel suo motto del "Totus tuus"
[desunto dallo stesso Montfort, che a sua volta lo aveva preso da San
Bonaventura], è il primo ‘modello’.
Il Santo di Montfort sottolinea così due ragioni che ci spingono a farla:
1] Il primo motivo ci è offerto dall’esempio del Padre, che ci ha dato Gesù per
mezzo di Maria, affidandolo a lei. Ne consegue che la consacrazione è
riconoscere che la divina maternità della Vergine, sull’esempio della scelta del
Padre, è la prima ragione di consacrazione.
2] Il secondo motivo è quello dell’esempio dello stesso di Gesù, Sapienza
incarnata. Egli si è affidato a Maria non solo per avere da lei la vita del
corpo, ma per essere da lei "educato", crescendo "in età, sapienza e grazia".
"Consacrarsi alla Madonna" vuol dire, in sostanza, accoglierla come vera madre
nella nostra vita, sull’esempio di Giovanni, perché lei per prima prende sul
serio la sua maternità su di noi: ci tratta da figli, ci ama da figli, ci
provvede tutto come a figli.
D’altra parte, accogliere Maria come madre significa accogliere la Chiesa come
madre [perché Maria è Madre della Chiesa]; e vuol dire accogliere anche i nostri
fratelli in umanità [perché tutti ugualmente figli della comune Madre
dell’Umanità].
Il senso forte della consacrazione a Maria sta proprio nel fatto che con la
Madonna noi vogliamo stabilire un vero rapporto di figli con la madre: perché
una madre è parte di noi, della nostra vita, e non la si cerca solo quando se ne
sente il bisogno perché c’è da chiederle qualcosa…
Siccome, poi, la consacrazione è di suo un atto che non è fine a se stesso, ma
un impegno che va vissuto giorno per giorno, impariamo – dietro i consigli del
Montfort – a fare anche solo il primo passo che essa comporta: fare tutto con
Maria. La nostra vita spirituale ne guadagnerà di sicuro.
Gabriele Amorth